Nel Vietnam centrale, lungo le sponde del Fiume dei Profumi, sorge, fuori dal tempo, la città imperiale di Hue. Capitale del Paese unificato (1802) e dunque centro politico, fu anche un importante fulcro culturale e religioso sotto la dinastia Nguyen, l’ultima famiglia reale della storia vietnamita. I suoi esponenti guidarono il Vietnam fino al 1945, sebbene già dal 1883 fossero stati ridotti a figure fondamentalmente rappresentative, sotto la dominazione francese.
Fortezze, templi e tombe compongono il complesso monumentale del luogo, che trova il suo fulcro nella Cittadella. Al suo interno, la Città Proibita – detta anche Città Viola– era l’area riservata alle attività quotidiane della famiglia imperiale e l’accesso alla stessa era permesso soltanto ai suoi membri.
E’ proprio lì, nel suo giardino, che si trovano le nove urne della dinastia Nguyen, da poco dichiarate Patrimonio Unesco. Realizzate tra il 1835 ed il 1837, occupano ancora lo spazio originario, a simboleggiare il potere della dinastia regnante. Oltre al valore artistico, i 152 scenari che vi sono raffigurati, hanno un evidente peso documentario, data la possibilità che offrono agli studiosi di rintracciare alcuni importanti aspetti culturali, educativi, geografici, medici e calligrafici del tempo.