Il ritorno della Bibbia Istoriata: dopo secoli si ricongiungono i due volumi

Le due parti separate del manoscritto saranno esposte dal 17 ottobre.

Il ritorno della Bibbia Istoriata: dopo secoli si ricongiungono i due volumi
Fonte: Ansa.it
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21 Settembre 2025 - 17.45


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Il capolavoro della miniatura italiana del Trecento, diviso e separato, sta per essere riunito nel luogo in cui fu creato. Tra poco meno di un mese, dal 17 ottobre al 19 aprile 2026, si aprirà a Padova, nel salone dei vescovi del Museo Diocesano, la mostra “La Bibbia Istoriata Padovana: la città, gli affreschi”.   

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Le due parti sono rimaste separate per più di mezzo millennio, una a Rovigo presso l’accademia dei Concordi, e l’altra a Londra ospitata dalla British Liberty. Sarà proprio quest’ultima, la cosiddetta “Bibbia Sussex”, che farà ritorno nella sua città natale, composta da quattro libri del Pentateuco e dal libro di Giosuè. Gli 86 fogli mantenutisi in condizioni perfette rivelano miniature raffinate su pergamena con scene dal libro dell’Esodo, colori brillanti che sovrastano le poche righe di testo, scritte in italiano volgare con inflessioni venete. Insieme all’altra parte custodita a Rovigo, ovvero 24 fogli che raccontano la Genesi e la storia di Ruth, si avrà la possibilità di osservare in totale più di 870 vignette.

“È un’occasione davvero unica vedere riuniti i due libri. I personaggi non sono quelli della storia biblica ma della Padova medioevale, c’è la città e la campagna. È la realtà di quel tempo, che viene mostrata come in una fotografia. Ci sono le banche, i riti dei matrimoni, i modi di coltivare il terreno”. Spiega Federica Toniolo, docente di storia dell’arte medioevale e coordinatrice scientifica della mostra.

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Come riporta Luciano Fioramonti su Ansa.it, questa operazione, voluta dalla Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, “è una bella storia di collaborazione tra enti” ha detto il presidente Gilberto Muraro riferendosi alla partecipazione della British Library, e dell’Accademia dei Concordi e della Diocesi di Padova. “Le vicende di questa bibbia resteranno un mistero. Quella rodigina, con la Genesi e la storia di Ruth, venne donata nel 1835 dal cardinale Girolamo Silvestri, ultimo erede della antica famiglia, all’Accademia dei Concordi con gli altri 40mila volumi della sua biblioteca ‘ad onor del pubblico veneto’. Il cardinale, bibliofilo e collezionista appassionato, faceva togliere da tutti i codici miniati i nomi di chi li aveva posseduti in precedenza”, ha spiegato la curatrice Alessia Vedova.  

Difficile risalire alla storia della divisione del manoscritto. L’idea che una parte fosse alla British Library risale al 1907 quando fu acquistato in un’asta pubblica. Il vecchio proprietario era il Duca di Sussex che ne era entrato in possesso nel 1844 ma non si sa in quale modo. L’ultima notizia del libro integro risalirebbe al Cinquecento a Venezia, in possesso di un mercante che si ipotizza l’abbia smembrata in più parti per metterla in vendita con l’obiettivo di fare un maggior guadagno. Si tratta di una Bibbia per immagini, dove le poche righe di testo riassumono le scene disegnate su pergamena con lamine d’oro e colori a tempera: non quindi un testo sacro ma un’opera d’arte “di rappresentanza”, destinata cioè a dimostrare la ricchezza e la fama dei Signori e mecenati della città: i Carraresi.

“Bibbia istoriata proprio perché ci racconta una storia attraverso le figure, come se mettessimo in scena tanti fotogrammi. Sicuramente c’è una mente unica che progetta il libro mettendo in relazione immagini e parole. L’ipotesi è che gli autori delle vignette siano tre” spiega Toniolo. Che continua dicendo: “È una bibbia eccezionale perchè così illustrate nel Trecento non ce ne sono. E corale nel far capire come nel Medioevo tante competenze, dal calligrafo ai miniatori, riuscissero a creare un manufatto di grande raffinatezza”.

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La mostra ha l’obiettivo di mettere al centro dell’attenzione la città di Padova, che sul fine del Trecento aveva più abitanti di Parigi, collegando la Bibbia Istoriata agli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni e a tutti i grandi pittori che hanno dipinto la città patrimonio Unesco. “Questo libro dimostra anche lo stretto legame tra fede e cultura. Senza la fede non sarebbe stato creato un simile capolavoro, ma senza la cultura non si sarebbe potuto dare luce alla parola”, ha rimarcato don Lorenzo Celli, vicario del vescovo di Padova, ricordando anche il ricchissimo patrimonio librario della città nel quale spicca la prima copia a stampa dei “Dialoghi sopra i massimi sistemi” di Galileo.

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