Cannes 2025 tratta di più il passato che i conflitti attuali

In programma dal 13 al 24 maggio

Cannes 2025 tratta di più il passato che i conflitti attuali
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12 Maggio 2025 - 09.09


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Quest’anno al Festival di Cannes, tranne alcuni docu-film, di fatto sono meno i film in concorso che affrontano l’attualità e sembrano guardare più al passato: forse per rimozione di un presente difficile da accettare e narrare?

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I docu-film sono gli iraniani A Simple Accident di Jafar Panahi e Mother and Child di Saeed Roustaee, mentre sull’Ucraina è in programma per martedì 13 maggio un “Ukraine Day” a cura di artisti, autori e giornalisti per raccontare la storia del conflitto, in cui saranno proiettati i tre docu-film Zelensky di Yves Jeuland, Lisa Vapné e Ariane Chemin, Notre Guerre di Bernard-Henri Lévy e Marc Roussel, con immagini dal fronte ucraino, e 2000 Meters to Andriivka del premio Oscar Mstyslav Chernov, sulla missione di un plotone ucraino.

Nella selezione ufficiale, il regista ucraino Sergei Loznitsa, che lo scorso anno aveva presentato L’invasione, documentario di denuncia anti-Putin, questa volta presenta Two Prosecutors, dramma ambientato nel 1937 nell’Urss delle purghe staliniane, ispirato agli scritti dell’autore russo Gueorgui Demidov. Fisico vittima del Grande Terrore, come centinaia di migliaia di altri innocenti fu arrestato e condannato per ‘terrorismo trotskista’, un crimine controrivoluzionario punibile dal famoso articolo 58 del Codice dell’Unione Sovietica; deportato nei campi della Kolyma, uno dei luoghi più ghiacciati e terrificanti del mondo, riuscì a sopravvivere.

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The Wave, del regista cileno Sebastián Lelio, è invece un musical ispirato alle proteste femministe cilene del 2018, quando centinaia di donne parteciparono al flashmob contro la violenza di genere iniziato in Cile grazie al collettivo femminista Lastesis, ispirate al lavoro dell’antropologa Rita Segato. In quell’occasione fu composto l’inno El violador eres tu contro la violenza sulle donne, il sessismo e gli stupri, che mise sotto accusa istituzioni, polizia e magistratura.

Il regista brasiliano Kleber Mendonça Filho ritorna a Cannes con il thriller politico The Secret Agent, ambientato nel Brasile degli anni ’70, con protagonista Wagner Moura (Civil War, Narcos): il film segue la storia di Marcelo, professore che torna nella sua città Recife in cerca di pace, ma si trova coinvolto in una rete di repressione e segreti di Stato.

Eagles of the Republic è il terzo capitolo della trilogia del Cairo del regista svedese Tarik Saleh (dopo Cairo Confidential e The Cairo Conspiracy), un thriller politico ambientato sullo sfondo dell’industria cinematografica egiziana strettamente controllata dal governo: George Fahmy, l’attore più celebrato d’Egitto, caduto in disgrazia, si trova costretto a recitare in un film di propaganda commissionato dal governo.

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Dossier 137 è infine il nuovo thriller di Dominik Moll, dove alla protagonista, agente dell’organismo disciplinare di polizia Igpn, viene assegnato il caso di un giovane gravemente ferito da suoi colleghi durante una manifestazione dei gilet gialli a Parigi.

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