Nel marzo del 1989 l’informatico inglese Tim Berners-Lee, allora al CERN di Ginevra, scrisse la base teorica del web. Oggi, a 35 anni da una data che ha cambiato il futuro di tutti noi, il padre del web ha scritto una lettera aperta in cui fa un bilancio degli anni passati, prevede i futuri sviluppi della tecnologia di internet e fornisce indicazioni utili per contrastarne la deriva negativa.
Alla base dell’intera infrastruttura del web, spiega l’autore “c’era l’intenzione di consentire la collaborazione, favorire la compassione e generare creatività: ciò che io chiamo le 3 C. Doveva essere uno strumento per dare potere all’umanità”. Durante il primo decennio, queste premesse sono state rispettate e si sono sviluppate, favorendo l’empowerment degli individui. Berners-Lee parla di web attuale come dello strato fondamentale dell’ecosistema online in cui tutti viviamo, nel quale negli ultimi dieci anni si è verificata però un’involuzione, dominata dagli interessi economici di pochi soggetti. Oggi, le conseguenze vanno dalla centralizzazione delle piattaforme al veloce progresso delle applicazioni di intelligenza artificiale, che desta preoccupazione e sta monopolizzando il dibattito sui suoi sviluppi.
Due sono le questioni urgenti da affrontare, secondo Berners-Lee, per trasformare l’attuale panorama online orientato al profitto in uno che sia centrato sui bisogni dell’umanità: la concentrazione del potere, in contrasto con le intenzioni degli esordi, e il mercato dei dati personali, che consente una pubblicità mirata e, di conseguenza, la manipolazione delle informazioni ricevute dalle persone.
Spiega l’autore: ”La leadership, ostacolata dalla mancanza di diversità, si è allontanata da uno strumento per il bene pubblico, diventando invece soggetto alle forze capitaliste che portano alla monopolizzazione. La governance, che dovrebbe correggere questa situazione, non è riuscita a farlo, poiché le misure normative sono state superate dal rapido sviluppo dell’innovazione, portando ad un divario sempre più ampio tra i progressi tecnologici e una supervisione efficace”.
Il futuro dipenderà dunque dalla capacità di riformare il sistema attuale, partendo dal cambio di mentalità degli individui. Per arrivare a servire veramente gli interessi dell’umanità, si dovrà trovare la via di ritorno ai concetti alla base del progetto originario: “abbattere i silos di dati per incoraggiare la collaborazione, creare condizioni di mercato in cui una varietà di opzioni prosperi per alimentare la creatività, e passare da contenuti polarizzanti a un ambiente modellato da una diversità di voci e prospettive che alimentino l’empatia e la comprensione”.