Marco Bellocchio, la mente dietro alla regia di pellicole che hanno fatto la storia del cinema da Pugni in tasca (1965) a Il Traditore (2019), riceverà la Palma d’oro d’onore durante la serata finale del Festival di Cannes 2021, sabato 17 luglio. Il prestigioso riconoscimento è stato consegnato finora solo a 6 registi tra cui Bertolucci, Varda, De Oliveira e Jodie Foster che lo avrà il 6 luglio, ma il regista piacentino, seppur onorato, rimane con i piedi per terra e in un incontro su zoom dichiara che il premio finirà “negli scaffali della libreria accanto al Leone d’oro, al Pardo d’oro, a 7/8 David di Donatello e tanti altri premi avuti. Non li ho mai chiesti, non mi sono mai lamentato di nulla, non mi sono disperato eppure sono sempre arrivati”.
Ci tiene inoltre a specificare che questo è un premio “in rapporto alla storia, all’età, ma non un premio per un pensionato.” E continua: “Posso dire con un pizzico di presunzione che la mia vitalità, quella attuale, me la sono conquistata e difesa, non l’ho fatta sbriciolare nel tempo come accade ad altri miei colleghi di cui non faccio nomi. Questa vitalità la si deve difendere e io penso di averlo fatto, per questo mi trovo a lavorare oggi ancora in modo vivace”
Ed è proprio al Festival di Cannes che Bellocchio presenterà il suo ultimo progetto un documentario, Marx può aspettare, altamente biografico, che sarà un’anteprima in Cannes Premiere e uscirà contemporaneamente in Italia il 15 luglio, distribuito da 01 Distribution.
Il film racconterà della vita del regista, segnata dal suicidio del fratello Camillo nel 1968, ma come ha dichiarato lui stesso “non è qualcosa di patetico, tragico o nostalgico. Non è affatto nostalgico anche per il mondo in cui è fatto, si parla della mia vita personale e del mio lavoro, un film assolutamente libero. Ma è anche altro: del resto se ha interessato Thierry Fremaux per presentarlo a Cannes suppongo è perchè abbia al suo interno, sentimenti, tensioni, che non riguardano solo la famiglia Bellocchio e Bobbio”.
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