Time di Garrett Bradley è tra i titoli più quotati soprattutto per gli ampi riconoscimenti che ha finora vinto, dal U.S. Documentary Directing Award del Sundance al Gotham Award. In particolare, in caso di vittoria, sarebbe la prima cineasta afroamericana a conquistare l’Oscar in questa categoria. Distribuito da Amazon Original, il film segue la storia intessuta in bianco e nero, di riscatto, di coraggio e battaglia quotidiana di Sibil Fox Richardson, che ha lottato 21 anni per far uscire di prigione il marito Robert, condannato per rapina, senza possibilità di libertà vigilata, condizionale o sospensione della pena.
Segue tra i favoriti Crip Camp: Disabilità Rivoluzionarie di Jim LeBrecht e Nicole Newnham. Il documentario, disponibile su Netflix, è ambientato agli inizi degli anni Settanta e racconta di come un campeggio estivo per ragazzi con disabilità fisiche e mentali, il Camp Jened nello Stato di New York, sia stato un luogo di amicizia e allo stesso tempo di ispirazione per la leader Judith Heumann, che parteciperà alle proteste in tradizione e alle azioni di occupazione per i diritti dei disabili, divenendo un’icona internazionale per il suo impegno in battaglia.
E’ doppia la corsa all’Oscar di Collective – entrato anche nella shortlist del miglior film internazionale – di Alexander Nanau, già vincitore, fra gli altri dell’Efa come miglior documentario. Al centro della trama c’è il grave incendio del Club Colectiv di Bucarest nell’ottobre del 2015 che, scoppiato durante un concerto, ha causato 27 morti e 180 feriti, di cui ne morirono altri 33 nelle settimane successive.
The Mole Agent di Maite Alberdi può dare filo da torcere agli altri titoli in gara. Tra una detective story e una commedia, la trama del documentario cileno è incentrata su un’indagine compiuta in una casa di riposo, circa quattro anni fa, dall’allora 83enne Sergio Chamy – che sarà alla serata degli Oscar – , un pensionato ‘reclutato’ dall’investigatore Romulo Aitke per scoprire insieme quali sono le condizioni in cui vertono gli anziani del paese.
Infine, ma non ultimo per importanza, la sorpresa potrebbe arrivare da Il mio amico in fondo al mare (My Octopus Teacher) di Pippa Ehrlich e James Reed, già reduce dalla vittoria dei Bafta, i premi britannici. Un film non fiction dalla fotografia spettacolare per le riprese subacquee nell’Atlantico al largo di Cape Town in Sudafrica. Il tema dell’importanza della salvaguardia dell’ecosistema marino si mescola al racconto intimo del legame, prima di conoscenza, poi di quella che sembra una vera amicizia, durato anni – oltre 3000 le ore di girato – fra Craig Foster, il produttore del film, documentarista abituato ad immergersi senza strumenti da sub in acque piene di predatori, e un polpo, che si rivelerà anche una madre capace di straordinari atti intelligenza animale, coraggio e sacrificio.
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