Quentin Tarantino l’aveva dichiarato la sua sala preferita, tanto da volerlo omaggiare con un ruolo cameo nel suo ultimo film “C’era una volta a Hollywood”, la sua personale lettera d’amore alla città delle stelle: oggi lo storico Cinerama Dome di Los Angeles chiude per non riaprire più al pubblico e neanche Tarantino, invocato dagli appassionati di cinema in difesa della simbolica struttura, può farci niente. L’annuncio arriva direttamente dalle catene ArcLight e Pacifict Theaters, costrette a chiudere questa ed altre 300 sale, a causa delle chiusure e delle conseguenti perdite economiche dovute alla pandemia.
Con la sua caratteristica cupola geodetica costruita nel 1963, il Dome è una delle due sole strutture rimaste in piedi negli Stati Uniti (l’altra è a Seattle) progettate per ospitare le proiezioni in Cinerama, un’innovazione che permetteva di vedere un film proiettato simultaneamente con tre proiettori da 35 millimetri orchestrati su un maxischermo avvolgente e curvilineo, che però al tempo non ebbe lo stesso successo del 3D e del Cinescope.
Nella scena girata da Tarantino nella sala cinematografica sul Sunset Boulevard, assistiamo alla prima di “Krakatoa, a Est di Giava“, un film che nel 1969 fu realmente realizzato col metodo Cinerama; a partire dal debutto con “Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo” di Stanley Kramer, sono innumerevoli le grandi pellicole che sono state presentate tra queste mura, come ricordano molte star del cinema sconvolte dalla notizia, tra cui l’attore Joseph Gordon-Levitt che ha raccontato di quando ci andò con suo padre a vedere “Star Trek”, e George Williams che ha rievocato la prima di “Hair” il musical di George Foreman, a cui egli stesso aveva preso parte.
Il Dome era stato dichiarato monumento cittadino nel 1998 e nel 2002, dopo due anni di chiusura, era stato rilevato e rinnovato dalla ArcLight, che aveva promosso la riproduzione di pellicole in formato Cinerama, ma anche in digitale e in 3D; nonostante sia stata anche avviata una campagna di raccolta fondi su Change.org però l’iconica istituzione hollywoodiana non ha retto ai colpi della pandemia, trovandosi costretta a chiudere i battenti dopo quasi sessant’anni di attività.
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