Con il lockdown il 90% degli insegnanti ha fatto per la prima volta lezioni a distanza, nella stragrande maggioranza dei docenti ha riversato passione e impegno per affrontare nuove forme di docenza, eppure troppi studenti hanno avuto problemi di connessione o non avevano perfino un computer per connettersi. È una distinzione sociale che ha amplificato il divario tra fasce della società in cui viviamo. Lo ricorda Enrico Tombesi, esperto di didattica digitale e integrata della Fondazione Golinelli, nel testo che sotto pubblichiamo e dove parla di “Digital Kit for School”: “è un programma di attività gratuite sulle STEAM (Science, Technology, Engineering, Art and Mathematics) – avvisa in una nota l’istituto bolognese – che gli insegnanti possono proporre a studenti e studentesse, valorizzando le potenzialità del digitale”.
Con proposte didattiche che spaziano dalla bioinformatica alla matematica, dalla biologia alla genetica, dalla scienza alle tecnologie e che potranno allargarsi, l’obiettivo di “Digital Kit for School” è fornire “un supporto didattico” per attività in aula e/o a distanza e con la possibilità di entrare in contatto con gli esperti della Fondazione quali biotecnologi, chimici, biologi, antropologi e progettisti dei laboratori didattici. Il programma ha due livelli: nel primo si possono scaricare liberamente i materiali, per accedere al secondo occorre iscriversi gratuitamente.
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Enrico Tombesi: “La crisi sanitaria ha travolto l’equilibrio della scuola” *
La crisi sanitaria ha travolto il difficile equilibrio della scuola, che già da molti anni viene sfidata dalla trasformazione sociale, economica e tecnologica e si muove su un filo sospeso tra un presente turbolento e un futuro imprevedibile al quale è necessario preparare gli studenti.
Durante i mesi dell’emergenza gli insegnanti si sono aggrappati alla tecnologia pur operando in un contesto didattico completamente a distanza mai seriamente considerato neppure dai docenti più proiettati nella sperimentazione delle opportunità digitali. La crisi ha costretto a sperimentare tecnologie didattiche che fino ad allora erano considerate complementari, ma non indispensabili. I docenti, infatti, da un lato hanno incontrato difficoltà prodotte da un evidente digital divide tecnologico, e spesso anche culturale dall’altro, hanno scoperto talenti per la didattica digitale che spesso non sospettavano di avere. Secondo l’indagine INDIRE (Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa, ndr) sulle pratiche didattiche durante il lockdown, più del 90% degli insegnanti ha svolto, spesso per la prima volta, lezioni in videoconferenza. A fronte di questo generoso impegno si è registrato che i principali motivi di mancata partecipazione degli studenti sono stati la mancanza di dispositivi e/o di connettività o di competenze digitali adeguate.
Alcuni insegnanti, spinti da una forte passione, hanno investito tempo per approfondire nuove tipologie di progettazione didattica che superino l’istintivo tentativo di riportare tal quali metodi e strategie che caratterizzano la didattica in presenza. Al corso sulla Didattica Digitale proposto da WeSchool in collaborazione con Fondazione Golinelli la metà dei 5.000 docenti partecipanti avevano più di 20 anni di servizio. Tra le esigenze più rilevanti c’era quella di trovare soluzioni didattiche adatte al nuovo contesto digitale a distanza.
Costretti dalla crisi, hanno scoperto nuovi orizzonti caratterizzati da una programmazione flessibile che sfrutta le tecnologie digitali per superare i limiti spaziali e temporali dell’aula tradizionale. Hanno infatti cominciato a progettare attività che alternano momenti collettivi, in presenza e a distanza, a momenti che stimolano l’autonomia degli studenti lavorando singolarmente o in gruppo attraverso i canali digitali che usano abitualmente in altri contesti.
In questi mesi, Fondazione Golinelli, che da oltre 30 anni si occupa di innovazione didattica, ha lavorato al fianco degli insegnanti per prepararli al rientro in classe con nuovi approcci adatti a sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia. Ha sviluppato nuovi corsi online di formazione per docenti, laboratori online per studenti e ha offerto un supporto continuo ai docenti per attuare la didattica digitale integrata. L’esperienza dimostra che, se ben progettata, la didattica digitale può addirittura esaltare la sperimentazione diretta, la curiosità e le ipotesi degli studenti e l’approccio per sfide e progetti tipico del mondo scientifico.
Il risultato più recente di questo percorso di ricerca e sviluppo è il Digital Kit for School che mette a disposizione dei docenti di primarie e secondarie spunti didattici e materiali gratuiti per le discipline STEAM immediatamente sperimentabili con gli alunni, in presenza e a distanza, e che rappresentano un punto di partenza per sviluppare la didattica digitale integrata. I primi quattro temi affrontati sono quelli delle cellule staminali, l’evoluzionismo, la bioinformatica e la matematica con la Khan Academy. Il Digital Kit for School si compone di due livelli di fruizione: il primo in cui è possibile scaricare gratuitamente materiali da usare in classe, e il secondo, più avanzato e interattivo, che permette di entrare a far parte di una community tematica virtuale, interagire con formatori ed esperti e ricevere approfondimenti e l’attestato delle attività svolte.
L’esperienza delle Summer School online proposte in estate da Fondazione Golinelli e poi dello sviluppo dei nuovi laboratori online, progettati con l’obiettivo di portare le esperienze sperimentali in tutte le scuole italiane. La combinazione equilibrata di esperienze sincrone e asincrone, fisiche e immateriali, autonome e collettive consente di esaltare l’interesse e la partecipazione degli studenti. Si potranno finalmente superare i limiti spaziali e temporali e portare così in classe esperienze e competenze che fino ad ora era stato molto difficile inserire nei percorsi educativi.
La grande sfida che attende il mondo dell’educazione è quella di progettare una didattica integrata efficace, capace di sviluppare soluzioni inedite, “nativamente digitali”, quindi non frutto di un adattamento emergenziale della didattica tradizionale, ma pensate per preparare gli studenti a sfruttare al massimo le loro capacità in un mondo profondamente diverso da quello nel quale si sono formate le precedenti generazioni. Difficilmente un docente potrà affrontare con successo questa sfida da solo. Invece condividendo la sua esperienza e creatività con i colleghi e gli esperti in percorsi strutturati e basati sulla sperimentazione continua, scoprirà con emozione ed entusiasmo che nell’era digitale il suo compito è insostituibile ed essenziale.
Esperto di didattica digitale e integrata della Fondazione Golinelli
Clicca qui per un “report preliminare” dell’indagine Indire sulla didattica nel lockdown