Con 348 voti favorevoli, 274 contrari e 36 astenuti l’Europarlamento a Strasburgo ha approvato in via definitiva le nuove norme sul copyright nel web. A febbraio era stato siglato un accordo provvisorio. Le norme Ue sul diritto d’autore nelle dichiarazioni vogliono permettere a chi scrive o crea contenuti online e ai loro editori di trattare sul fronte economico con i colossi di internet. L’Europarlamento garantisce che le nuove regole non intaccano la libertà di espressione. Contro questa legge Wikipedia Italia ieri si era auto – oscurata. Ma Wikipedia non verrebbe toccata dalla legge.
La legge permette agli editori di farsi pagare, attraverso accordi, dalle piattaforme commerciali quando usano e diffondono i loro contenuti, ma gli editori devono dividere quanto ricavano da questi accordi con i giornalisti. Non fanno parte della legge gli “snippet brevi”, vale a dire le sintesi sulle ricerche di google.
Riguardo alle piattaforme social come Facebook, Instagram, Youtube, Pinterest, se un utente carica un contenuto altrui protetto da copyright non rischia sanzioni e ne risponde la piattaforma. Vale per quelle grosse, le piccole piattaforme ne sono escluse, le piattaforme medie si trovano in una posizione intermedia e hanno doveri ridotti rispetto alle grosse piattaforme.
Se un contenuto viene rimosso, per contestare la rimozione piattaforme come YouTube o Facebook devono gestire il caso attraverso persone, non algoritmi, e in tempi rapidi.
Le enciclopedie opensource come Wikipedia non vengono scalfite dalla nuova legge. Lo stesso discorso vale per i meme, le gif, i collage che fanno parodia o satira, i collage. È in sostanza escluso chi condivide contenuti senza avere uno scopo commerciale.
Dei parlamentari italiani hanno votato sì quasi tutto il Pd (tre i contrari), Forza Italia e gli eurodeputati italiani di Ecr. Contrari i Cinque Stelle (una astenuta), Lega, Elly Schlein e Sergio Cofferati (S&D), Marco Affronte (Verdi) Eleonora Forenza e Barbara Spinelli (Gue).
Si dicono soddisfatti Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie) e Fabio Del Giudice, direttore di Confindustria Italia, che ritiene la legge un primo passo che potrà compensare in modo giusto “chi vede i propri contenuti circolare nel web”.
Argomenti: facebook