Radio Tre al programma del pomeriggio, “Fahrenheit”, con Loredana Lipperini alla guida parla di libri e idee e dove si confrontano regolarmente opinioni spesso molto diverse tra loro e variegate. Giovedì pomeriggio la conduttrice parla di Primo Levi. E in un luogo dell’etere, e del web, dove il confronto civile anche tra chi la pensa in modo diversi è la norma arrivano messaggi che la conduttrice-giornalista e la redazione scelgono di pubblicare via Facebook: “basta con questi ebrei”, “dovete fare cultura, non politica”.
Primo Levi è cultura. È uno dei massimi scrittori del ‘900, uno degli autori italiani più letti al mondo. Scrive Loredana Lipperini: ” Rispetto a qualche anno fa, un peggioramento: questi sms arrivavano quando parlavamo di rom. Dunque la platea dell’odio si allarga. Comunque li ho letti, li abbiamo pubblicati. Non è tolleranza, è esposizione della realtà. Questi sono ascoltatori di radio tre. Amano i libri e la musica, ma non vogliono sentir parlare di ebrei. Che piaccia o no, è la realtà, e penso sia indispensabile conoscerla. Per quanto mi riguarda, dismessi i panni della conduttrice, aggiungo: per combatterla”.
Parole sacrosante. Perché ci avvisano su una realtà che ognuno di noi avrà visto conosciuto semplicemente prendendo un autobus, ascoltando cosa si dice, percependo gli umori: ancora non si arriva ad auspicare la soppressione delle minoranze, ma meno di un secolo fa la civile Europa imboccò quella strada. E finché non troverà un argine culturale e politico sufficientemente alto, dacché il disprezzo è pienamente rivendicato e praticato nel governo stesso, l’odio crescerà.
Chi ha protestato a Radio3, nella platea dell’emittente, sarà minoranza. Fuori da quella platea pure vasta resta una minoranza? Se sì, fino a quando? Per inciso: il programma Fahrenheit si chiama così in omaggio al romanzo “Fahrenheit 451”: Ray Bradbury immagina un gruppo di ribelli che manda a memoria i libri in una civiltà che incarica i pompieri di bruciare tutti i libri e dove un pompiere, conoscendo una ragazza, vedrà un’altra realtà e passerà con i ribelli. Trasposto in un film da François Truffaut nel 1966, nel 2018 da Ramin Bahrani, il romanzo rimanda anche ai roghi dei libri (i “Bücherverbrennungen” ) organizzati dai nazisti nel 1933. Incidentalmente, quei nazisti che spedirono anche Primo Levi in un lager.