Per salvare le Ville Venete, tra i tesori monumentali del Paese più belli, in più casi disegnate dal Palladio, secondo la presidente di Italia Nostra nazionale Mariarita Signorini c’è solo una strada: abbattere “i capannoni abbandonati che mortificano la vista della campagna dalle finestre delle Ville Venete e restituiamo il paesaggio ai cittadini. Si può e si deve demolire!”.
La responsabile dell’associazione interviene dopo che nei giorni scorsi il presidente di Italia Nostra nella sezione di Treviso Romeo Scarpa aveva lanciato un’idea che, detta dall’associazione, suonava come una provocazione ed è comunque una profanazione di un patrimonio storico unico: creare ipermercati nelle ville per salvarle dal degrado come è accaduto al Fontego dei Tedeschi a Venezia ristrutturato da un architetto di fama per fare dell’intero edificio di quattro piani un luogo di vendita di abiti, profumi e altre merci. Anche se quel progetto nel palazzo accanto a Rialto, va ricordato, è stato anche contestato e criticato con durezza. E Mariarita Signorini nei fatti sconfessa la provocazione: ci sono troppe possibilità che diventi un fatto concreto.
Quanto a Scarpa, è intervenuto partendo da un caso specifico: Villa Emo di Fonzolo di Vedelago (Treviso), del Palladio, ora in vendita va inserita a suo parere in un progetto per recuperarla ed evitare il degrado. Italia Nostra invoca da tempo che l’acquisti lo Stato e Mariarita Signorini in una dichiarazione chiarisce: “Se ci si vuole rendere conto di come fosse quel paesaggio ci si deve riferire a quello descritto dai grandi pittori veneti, da Giovanni Bellini in poi” e l’unica soluzione concepibile per Villa Emo è che la compri il Mibac Ministero per i beni e attività culturali e la riservi a un uso pubblico.
Resta il fatto che alcune dichiarazioni all’Ansa di Scarpa su Villa Emo possono preoccupare quando sostiene che immagina un parcheggio distante dalla villa, navette ecologiche per vedere il parco, per raggiungere la villa dove comprare merci “coniugando le necessità con la cultura e l’ambiente a costo zero per sfuggire allo stallo in cui siamo nella gestione dei beni culturali dove il conservatorismo senza una visione prospettica lascia marcire quanto di più bello abbiamo”. “È ovviamente una provocazione, è triste vedere che per farsi ascoltare si debba spararla grossa”, ha commentato il Presidente Italia Nostra Veneto Carmine Abate.