La schiva, elusiva, misteriosa Elena Ferrante ha preso posizione pubblica contro Matteo Salvini nella sua rubrica sul Guardian: quanto dice l’autentico capo di governo può portare alla “brutalità di massa”. L’autrice dell’Amore molesto, dell’Amica geniale a quanto pare ritiene il premier mascherato da ministro degli Interni segno di un pericolo così grave da spingerla a pronunciarsi su una platea internazionale. Dispiacerà a Salvini non potere applicare ritorsioni come toglierle la scorta, ma non avrà problemi a trovare parole di disprezzo per chi scrive.
Elena Ferrante è amatissima e molto letta nel mondo anglosassone. L’articolo si intitola “Xenophobic and racist”. Tanto per non avere dubbi. Per la scrittrice il leader della Lega è “coerente con la peggiore tradizione politica italiana. Salvini è stato a lungo sottovalutato e ha utilizzato le televisioni per animare dibattiti e generare propaganda. Così, è diventato sempre più persuasivo, dando l’impressione di un uomo normale di indole buona che capisce i problemi della gente normale e al momento giusto sbatte i suoi istinti xenofobi e razzisti sul tavolo”.
E avverte: “Penso con ansia che il consenso che i cattivi sentimenti che Salvini incorpora (e stimola) possa diffondersi al di là delle sue intenzioni e sfociare nella brutalità di massa, che in tempi di crisi è sempre là in attesa”. Ed è quanto è successo con dittature del XX secolo che molti ignorano e molti altri vogliono ignorare.
Elena Ferrante scrive anche dei Pentastellati, con una critica alla sinistra: “La guerra contro il Movimento 5 Stelle ci ha impedito di vedere che il pericolo è un altro: la Lega di Matteo Salvini”. Continua: “Non ho mai condiviso l’apprensione per l’ascesa politica dei 5 Stelle. Mi è sembrato un importante ricettacolo per lo scontento generato dal modo disastroso con cui governi di destra e di sinistra, in Italia come in Europa, hanno affrontato la crisi economica e il cambiamento epocale che stiamo vivendo”. Non ha votato per i seguaci di Grillo e Casaleggio, tuttavia a suo giudizio mostrarli come un pericolo per la democrazia è “grave errore”.
Il pericolo è, per la narratrice, lì accanto: la Lega è “molto meglio organizzata”. Salvini si inserisce nella scia delle “peggiori tradizioni politiche italiane”. E la “brutalità di massa” è dietro l’angolo. Intanto c’è già chi ammazza o prova a uccidere i neri: a Macerata, a Firenze, in Calabria …