di Delia Vaccarello
Narrare le infanzie. Impresa difficile, ma non impossibile. Entrare nell’animo delle “persone” che hanno da zero a sei anni, cogliere il mistero che le abita, ascoltarle, riuscire a far sì che si esprimano, scongiurando qualunque sovrapposizione. Il bimbo come il migrante “Ci ricorda i nostri diritti”, ha detto Leoluca Orlando, sindaco di quella Palermo capitale della cultura e dell’accoglienza che ospiterà dall’ 11 maggio il XXI convegno dei servizi educativi e delle scuole dell’Infanzia. Cultura non vuol dire solo mostre, cultura è un modo avvertito e attento di fare relazione. Di creare comunicazione, di mettere insieme “Google e Ahmed”, la globalizzazione e le particolarità di ciascuno. Cultura “è creare comunità” ha detto tra i presenti Antonella Di Bartolo, preside dello “Sperone Pertini” istituto che conta 7 plessi e più di mille alunni. Un summit dal respiro nazionale, che porterà i frutti di un progetto sulle infanzie, sia quelle della intercultura che le altre, non separate dalla prima, di quattro città Italiane: Palermo Napoli Teramo Reggio Emilia nell’ambito del progetto Face. Obiettivo è fare sinergia, mettere in contatto con ricavo reciproco tutte le istituzioni che si occupano di infanzia, evitare che la buona volontà e l’impegno di singole realtà resti gemma isolata. E alla fine senza molto futuro. Il convegno avrà infatti carattere formativo, ha sottolineato Nice Terzi presidente del GNNI (Gruppo nazionale nidi e Infanzia). Palermo ha fatto una prova di accoglienza anche per i zeroseianni: l’apertura di 6 spazi gioco dalle 15,30 alle 18,30 per i bambini tra i 18 e i 36 mesi (presso i nidi La Coccinella, Grillo Parlante, Maria Pia di Savoia, Allodola, Topolino e Peter Pan). Uno spazio gioco con due turni – uno antimeridiano e l’altro pomeridiano, presso la struttura di via Fileti. I Centri per bambini e genitori – avviati in modo sperimentale con l’obiettivo di allargare l’offerta a chi attualmente è escluso dai servizi per l’infanzia – saranno due: Aquilone e Palagonia per un’accoglienza totale di 35 bambini. Complessivamente il Comune accoglierà nelle sue strutture 1330 bambini tra 0 e 3 anni e 1040 nelle classi della scuola dell’infanzia dedicata ai bambini tra 3 e 6 anni. Interessante il raccordo con Manifesta biennale nomade europea di arte contemporanea che si tiene a Palermo nell’anno in cui è capitale della cultura. Ai bambini verranno offerte modalità espressive che saranno messe in mostra, un’installazione utilizzerà le tessere gioco create dalla illustratrice Giada Fuccelli per i laboratori con i più piccoli e un video che racconta il percorso attivato. Tra varie istituzioni scese in campo anche l’Università. Ne ha parlato Elena Mignosi, docente di scienze psicologiche, pedagogiche e della formazione presso l’Ateneo di Palermo: “L’università viene chiamata in causa perché si occupa e dovrà occuparsi ancora della educazione anche degli insegnanti dei zerotre, della formazione di chi poi lavorerà con i bambini, che è fondamentale, così come lo è il raccordo con i servizi del territorio”.