Galileo Galilei (nato a Pisa nel 1564, morto a Firenze nel 1642) è uno di quegli uomini che hanno fatto davvero la rivoluzione. Ha cambiato il modo di vedere la Terra, l’universo, gli esseri umani, il pensiero e quindi anche le arti. Indaga la sua scienza e il suo influsso sull’arte “Rivoluzione Galileo. L’arte incontra la scienza”, la mostra al Palazzo del Monte di Pietà in Piazza Duomo 14 a Padova aperta da sabato 18 novembre fino al 18 marzo 2018.
Curata da Giovanni Carlo Federico Villa e Stefan Weppelmann, promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in con l’Università di Padova.
Con Galileo – ricorda la nota stampa – il cielo passa dagli astrologi agli astronomi.
La mostra affianca dipinti a testimonianze e reperti dello scienziato nonché scrittore di notevole levatura. L’intento è mostrare lo scienziato padre del metodo sperimentale, il letterato apprezzato da Foscolo e Leopardi, Pirandello e Ungaretti, De Sanctis e Calvino, il musicista di vaglia, il Galileo artista, tratteggiato da Erwin Panofsky quale uno dei maggiori storici dell’arte sul Seicento, i suoi strumenti come il cannocchiale, il microscopio, il compasso. Ma la mostra vuole esplorare anche la vita quotidiana di Galileo, gli studi di viticoltura e la passione per il vino dei Colli Euganei – rifiutando la “vil moneta” baratta i suoi strumenti di precisione con vino “del migliore” – o la produzione e vendita di pillole medicinali.
Nel 1610 Galileo pubblica il “Sidereus Nuncius” e il curatore vede un effetto nella Fuga in Egitto di Adam Elsheimer, prima raffigurazione della Via Lattea. Tra dipinti di Artemisia Gentileschi e il mito galileiano “costruito” nell’800, la mostra guarda alla fine dell’800 fino all’oggi con opere che da Previati, Pellizza da Volpedo e Balla arrivano all’anglo-indiano Anish Kapoor. Catalogo Silvana Editoriale.
Informazioni e prenotazioni: 0425 460093, info@mostrarivoluzionegalileo.it,
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