Ma lo sapevate che “Fratelli d’Italia” non era l’inno ufficiale dell’Italia? E tutte le polemiche e discussioni se sostituirlo con il musicalmente più valido ma forse meno pertinente Va’ pensiero di Verdi erano chiacchiere a vuoto? E i nostri atleti che intonavano alle Olimpiadi o i calciatori prima di una partita in azzurro “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta” e si “cinta il capo” con il famoso “elmo di Scipio”? Nei fatti era la canzone della repubblica italiana, tuttavia a titolo provvisorio: la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha detto sì, in modo definitivo, alla legge che istituisce come inno nazionale il canto con parole di Goffredo Mameli e musica di Michele Novaro e composto nel 1947 in pieno Risorgimento.
La Camera aveva approvato la legge il 25 ottobre scorso. L’inno di Mameli e Novaro fu scelto in via provvisoria nel 1946, con la Repubblica. E come si usa dire con un gran fondo di verità, in Italia nulla è più definitivo del provvisorio.
Mameli, repubblicano di convinzioni giacobine, nel testo guardò alla Marsigliese e allo spirito portato dalla Rivoluzione Francese. L’inno fu eseguito per la prima volta nel 1847 a Genova.