Terrorismo, Alfano: la prevenzione funziona, rischio radicalizzazione in carcere

“L’Italia è un Paese sicuro” ha detto il ministro dell’Interno nella tradizionale conferenza stampa di Ferragosto.

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15 Agosto 2016 - 16.10


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Un PAese sicuro e con meno delitti: questo il quadro delineato da Angelino Alfano, ministro dell’Interno nella tradizionale conferenza stampa di Ferragosto.

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“Lo stato della sicurezza del nostro Paese è positivo. Gli investimenti crescono, i reati calano, il sistema di prevenzione sull’antiterrorismo ha fin qui retto, il contrasto alla criminalità organizzata ha dato risultati importanti. È un sistema che in questo momento non ha niente da invidiare a nessun altro Paese al mondo e che si avvale di 7050 militari delle Forze Armate che partecipano a servizi di ordine pubblico nell’ambito dell’operazione Strade Sicure. Grazie ai vertici delle forze dell’ordine, dell’Esercito e della Protezione civile che hanno fatto sì che il nostro Paese possa essere considerato sin qui sicuro, pur in un contesto in cui il rischio zero non esiste”.

“Paese sicuro perchè la prevenzione funziona”. Stimolato dalle domande dei giornalisti, Alfano ha esposto la sua teoria per spiegare perchè a suo dire l’Italia sia un “Paese sicuro”, e perchè fino a ora non sia stata presa di mira da attentati terroristici. “C’è chi si affida alla Madonna Assunta – è la tesi del ministro – . Io non mi affido alle preghiere, ma dico che il sistema prevenzione ha funzionato. L’obiettivo della prevenzione è far sì che non si verifichi niente, un lavoro faticoso e svolto nel grigiore: se non succede niente perchè o per che cosa dovrebbero ringraziarti? Però abbiamo monitorato 110 foreign fighter alcuni dei quali sono morti. Ottantacinque estremisti per terrorismo islamico sono stati arrestati. Abbiamo oscurato 527 contenuti web, controllato 14 mila persone, 132 mila veicoli e 149 motonavi. Ripeto, si può invocare la cabala e interrogare l’oroscopo. Per me è la prevenzione che ha funzionato”. “Ma le espulsioni per motivi di sicurezza nazionale – ha precisato il titolare del Viminale – non vanno confuse con le espulsioni dei migranti che non hanno il diritto di rimanere in Italia”.

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Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nel corso della consueta conferenza stampa di Ferragosto al termine della riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui partecipano il viceministro Filippo Bubbico (Pd), il capo di gabinetto del ministro, i vertici delle forze dell’ordine e dei servizi di intelligence e il nuovo capo dei vigili del Fuoco, il prefetto Bruno Frattasi, ex capo del Legislativo, ex prefetto di Latina durante il caso-Fondi. 

I delitti in calo e l’attacco di Salvini. Alfano ha replicato a Matteo Salvini, il segretario leghista che, nei giorni scorsi, aveva imputato il calo dei delitti alla rinuncia della gente a denunciare piccoli reati. “Molti – aveva detto Salvini a ‘Radio 24’ – i piccoli reati non li denunciano più sapendo che in nove casi su dieci non si becca il responsabile. Quindi non sempre il numero dei reati corrisponde al numero delle violenze effettivamente perpetrate”.

La replica di Alfano. “Le statistiche non è che sono affidabili quando sei al governo (il riferimento è di quando la Lega aveva il ministro dell’Interno Roberto Maroni durante l’ultimo governo Berlusconi, ndr), e non sono attendibili quando sei all’opposizione. E le statistiche ci dicono che i reati sono arrivati al punto più basso degli ultimi dieci anni”. “Chiederò al presidente del Consiglio – ha aggiunto – che il ddl sulla sicurezza nelle città sia tra i primi provvedimenti di legge da assumere al ritorno dalle ferie estive”. “La sicurezza è una priorità nazionale – ribadisce il ministro – e le risorse in questo triennio sono cresciute invertendo la rotta dei tagli dei precedenti governi. Dal 1 agosto 2015 al 31 luglio scorso abbiamo assunto 1.821 persone nella polizia di Stato e altre 500 arriveranno entro la fine dell’anno. Da Ferragosto 2015 a Ferragosto 2016 sarà stato assunto un numero di forze dell’ordine pari a quello di quanti vanno in pensione”.

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