Termina a pubblicazione di pillole della storia della Palestina a partire dalla nascita del sionismo fino al genocidio palestinese e la flebile speranza di pace di oggi– a cura di Marcello Cecconi
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- 2014-2025
Il conflitto Israele-Striscia di Gaza del 2014 fu una campagna iniziata l’8 luglio e che ebbe termine il 26 agosto successivo, con l’annuncio di una tregua duratura raggiunta, al Cairo, dalle parti in conflitto. Nel maggio del 2021, dopo gli scontri fra palestinesi e israeliani, originati dallo sgombero forzoso di residenti palestinesi del quartiere Gerusalemme Est seguito dall’intervento della polizia israeliana all’interno del complesso della moschea al-Aqṣā, Hamas dette un ultimatum per l’annullamento degli sfratti.
Alla scadenza dell’ultimatum iniziava il lancio di razzi sulle città israeliani che rompeva il pur flebile status quo. La risposta di Israele fu quella di bombardare obiettivi militare e governativi di Gaza, ma anche tanti condomini che secondo Israele ospitavano militanti di Hamas. Il 21 maggio ci fu l’accordo per il cessate il fuoco. Le condizioni economiche, sanitarie, infrastrutturali a Gaza degeneravano, le crisi umanitarie si moltiplicavano.
Il fenomeno degli insediamenti israeliani in Cisgiordania continuava e si intensificava: nuovi avamposti, espansione, provocazioni; spesso accompagnati da demolizioni di case, restrizioni di movimento per i palestinesi. La comunità internazionale interveniva con risoluzioni, pressioni, ma le divisioni diplomatiche erano ampie, l’accordo sui due Stati appariva sempre più in stallo; si iniziava a parlare di apartheid, occupazione, diritti umani.
La mappa demografica di Israele e i Territori Occupati prima dell’attacco del 7 ottobre (fonte Israeli Central Bureau of Statistic, Anp)
Poi l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 che costò la vita a 1.400 israeliani mentre 200 furono presi in ostaggio. Da allora, l’esercito israeliano ha cominciato una drammatica escalation che ha, per ora, un bilancio di oltre 67.000 vittime nella Striscia di Gaza. A Gaza il 92% delle abitazioni e il 70% di tutte le strutture sono distrutte o danneggiate.
Da questa mattina, grazie alla pressione di Trump su Netanyahu e al lavoro delle diplomazie egiziane e qatarine negli incontri di Sharm el-Sheikh, è parso aprirsi uno spiraglio per il cessate il fuoco e un non ancora chiaro percorso verso la pace. I nodi da sciogliere sono tanti ma ciò che in questo momento dà un po’ di speranza è l’immagine della fiumana di palestinesi che sta ripercorrendo in senso inverso il percorso che li riporta al nord. A Gaza, la loro città. Hanno fiducia pur sapendo di trovare quasi esclusivamente macerie.
