Scioperi al fianco della Sumud. Si va verso un blocco europeo?

I portuali di Genova non sono soli e il fermento degli ultimi giorni lo ha sottolineato.  Mentre Israele ostacola i negoziati, la società civile è pronta a fare ciò che i governi hanno continuato a rimandare.

Scioperi al fianco della Sumud. Si va verso un blocco europeo?
Preroll AMP

redazione Modifica articolo

11 Settembre 2025 - 18.20


ATF AMP

di Arianna Scarselli

Top Right AMP

Oggi è in programma la partenza delle navi della Global Sumud Flotilla da Siracusa. Dopo gli attacchi degli ultimi due giorni alle navi Familia Madeira e Alma, la tensione è tangibile ma gli attivisti e le attiviste che ormai da 12 giorni stanno attraversando il Mediterraneo non faranno marcia indietro e non si fermeranno. A sostenerli c’è il mondo intero, o meglio, i popoli, mentre la maggioranza dei governi continua a tacere o addirittura a condannare la missione. 

Ieri alla Commissione Europea Ursula von der Leyen ha sottolineato che “Ciò che sta accadendo a Gaza è inaccettabile. Ma la situazione è bloccata senza una maggioranza. Dobbiamo superare questa situazione. Non possiamo permetterci di rimanere paralizzati. Per questo proporremo di sospende il nostro sostegno bilaterale a Israele, di interrompere tutti i pagamenti in questi settori, senza compromettere il nostro lavoro con la società civile israeliana o con Yad Vashem. Proporremo sanzioni contro i ministri estremisti e contro i coloni violenti. Proporremo anche una sospensione parziale dell’Accordo di Associazione sulle questioni commerciali”. Purtroppo ancora assistiamo al rifiuto di condannare il genocidio e, come sottolineato da Amnesty International, von der Leyen non ha parlato dei tempi previsti per adottare queste misure (e soprattutto ancora non è certo che verranno applicate, bisogna aspettare la votazione del 20 ottobre).

Dynamic 1 AMP

Mentre dall’alto impera questa reticenza, dal basso i movimenti sono sempre più forti e attivi. In Italia era già stato dichiarato lo stato d’agitazione a seguito delle minacce di attacco alla Sumud Flotilla; abbiamo visto le prese di posizione del Collettivo Autonomo del Lavoratori Portuali di Genova poi riprese a Venezia, Livorno, Civitavecchia. Ora sembrerebbe che le mobilitazioni sindacali siano pronte a scendere in campo insieme a livello internazionale.

L’appello alla collaborazione è partito proprio dai portuali del CALP di Genova che hanno utilizzato la solida base di contatti della rete del WFTU (Federazione sindacale mondiale, realtà a cui aderiscono 134 Paesi) per organizzarsi insieme anche nel pratico. Oltre al blocco dei portuali l’obiettivo sarebbe un coinvolgimento totale di quelle che sono le realtà lavorative più impattanti: aeroporti, ferrovie, università, aziende, ma non solo, ogni azione individuale, seppur piccola, può avere risultati e questo è stato dimostrato dagli esiti del movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni).

Le più grandi organizzazioni sindacali europee: la Confédération générale du Travail (CGT – Francia), la Fédération générale du Travail de Belgique (FGTB – Belgio), la Confederazione generale italiana del Lavoro (CGIL), le Comisiones Obreras (CCOO – Spagna) e l’Unión General de Trabajadores (UGT – Spagna), hanno già espresso il loro sostegno alla missione della Sumud ma in totale sono oltre cento i sindacati che si sono schierati. Se davvero si arrivasse a uno sciopero generale europeo, l’impatto economico sarebbe un risultato senza precedenti e costringerebbe i governi a esprimersi. 

Dynamic 1 AMP

Negli ultimi giorni Israele ha bombardato cinque stati oltre la Palestina: il Libano, la Siria, la Tunisia, il Qatar e lo Yemen. In Palestina la situazione è sempre più critica.
Appena tre giorni fa i vertici di Hamas avevano accettato di sedere nuovamente al tavolo delle trattative che si sarebbe dovuto svolgere a Doha in Qatar. Dopo aver confermato la partecipazione ai negoziati, l’altro ieri Israele ha bombardato l’edificio che li avrebbe dovuti ospitare, al cui interno già si trovavano i negoziatori di Hamas. 

Nonostante ciò, Hamas ha sottolineato al quotidiano saudita Asharq Al-Awsat che “vi è un consenso sulla necessità di proseguire le trattative” al fine di “soddisfare le richieste dei palestinesi, garantire la fine completa della guerra e assicurare il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza”. 

FloorAD AMP
Exit mobile version