Valditara infila i migranti nel femminicidio Cecchettin: le parole che non vorresti mai sentire

Le parole che non vorresti mai sentire. E invece no, Ministro Valditara, le ha dette lei che è il Ministro di un dicastero fondamentale per un Paese democratico, libero e fondato su una Costituzione repubblicana come l’Italia.

Valditara infila i migranti nel femminicidio Cecchettin: le parole che non vorresti mai sentire
Il ministro Valditara
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Tiziana Buccico Modifica articolo

18 Novembre 2024 - 21.40 Globalist.it


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Le parole che non vorresti mai sentire. E invece no, Ministro Valditara, le ha dette lei che è il Ministro di un dicastero fondamentale per un Paese democratico, libero e fondato su una Costituzione repubblicana come l’Italia. Un ministro che incute timore, perché fa sospendere per aver ricevuto offese, perché usa le vie traverse per vendicarsi e farsi giustizia. 

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I nostri figli e nipoti, i nostri ragazzi e ragazze, la nostra Scuola non “meritano” le sue parole, lei che del Merito si fa vanto anche nel titolo del Ministero, sa davvero cosa è e cosa rappresenta? Sa soprattutto cosa è l’esempio? 

Dopo il suo intervento, letto e ripeto letto, da un ufficio ministeriale, senza alcun trasporto, letto e ripeto letto come un comunicato stampa, in un’occasione importante e commovente, la presentazione alla Camera dei Deputati della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin, non ci sono parole, solo l’amaro in bocca e la rabbia per quello che abbiamo ascoltato. Noi donne non prendiamo lezioni da lei, e Giulia meritava ben altro discorso. Troppo preso da impegni non è andato di persona e come in uso in questo Governo, ha deciso di non confrontarsi, preferite i punti stampa, le interviste, ma nessun confronto. Ha letto un messaggio che addolora, che colpisce al cuore, che ferisce noi donne. Si, egregio Ministro, mi ha ferito, e come sempre mi chiedo chi la consiglia, perché dei buoni consiglieri potrebbero evitare di scrivere certe cose, dei buoni consiglieri, magari donne, potrebbero evidenziare alcune piccole sfumature che sembrano esserle sfuggite, le parole sono sassi e possono lasciare cicatrici indelebili.

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Dietro alla prima donna Presidente del Consiglio, ogni giorno si fa un passo indietro sui diritti, sulla considerazione delle donne, che cosa terribile. Ogni singolo giorno date prova di essere sfrontatamente contrari alle donne. Sue testuali parole, lette o forse in parte recitate: “Abbiamo di fronte due strade: una è concreta e ispirata ai valori costituzionali, l’altra è la cultura ideologica. In genere i percorsi ideologici non mirano mai a risolvere i problemi, ma ad affermare una personale visione del mondo. E la visione ideologica è quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato”. Certo, Ministro, la sua ideologia è ben lontana dalla lotta al patriarcato!!! La mia no, nonno socialista, padre socialista sapevano comprendere cosa era il patriarcato, l’antifascismo, lo spirito democratico e riformista, mi hanno salvato e per fortuna non la penso come lei e come chi ci governa.

Ma poi ecco che non le bastava e sempre leggendo dal suo ufficio con la boiserie in legno a farle da sfondo con le bandiere, ha declamato: “Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale“. 

E così dalle offese alle donne, siamo passati alla strumentalizzazione, al pregiudizio, al razzismo e molto altro. Nella Sala della Regina di Montecitorio lei ha offeso la memoria di Giulia Cecchettin, morta, assassinata per mano di un giovane italiano, che non va definito un mostro, come scrisse in una lettera al Corsera , Elena Cecchettin : “Filippo Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. I mostri non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro. Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela”.

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Ministro ma lei, i dati li legge? Chi le scrive i discorsi si informa? 

Secondo i dati aggiornati al 2022 riportati da D.i.Re, la rete dei centri antiviolenza presente in tutto il territorio nazionale:” L’autore della violenza è prevalentemente italiano: soltanto il 26% ha provenienza straniera e questo dato, oramai consolidato negli anni con scostamenti non significativi (nel 2022 era del 28%), mette in discussione lo stereotipo diffuso che vede il fenomeno della violenza maschile sulle donne ridotto a retaggio di universi culturali situati nell’“altrove” dei paesi extraeuropei. ”. Sempre secondo questo rapporto “nel 74,2% dei casi (80,5% nel 2022, 79,8% nel 2021) la violenza viene esercitata da un uomo in relazione affettiva con la donna. Se a questo dato si aggiunge la percentuale dei casi in cui l’autore è un familiare si arriva a oltre l’84%. Tali dati presentano un andamento simile a quello risultante dall’indagine ISTAT del 2022: partner, ex partner e familiare/parente rappresentano il 90% circa”. E riguardoalla nazionalità delle donne:” I centri accolgono quindi prevalentemente donne italiane, dato costante negli ultimi anni (67% nel 2022 e nel 2021) e allineato con il dato nazionale ISTAT 2022 (69,4%) e 2021 (70%)”.

E allora Ministro, fa le sue scuse, o licenzia chi le scrive i discorsi? 

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Ha annunciato sempre leggendo, che toglierà ore all’educazione civica per affrontare il tema della violenza di genere. Doppio danno o tutto premeditato? A cosa serve studiare la Costituzione, lo Statuto dei lavoratori, l’educazione civica per chi si sente ancora immerso in una cultura che ammira e si ispira ad una politica antidemocratica e illiberale, e crede nel voto in condotta? A cosa serve parlare di violenza di genere con professori che insegnano materie classiche o scientifiche, senza formarli e preparali? È un tabù parlare di educazione sessuale e sentimentale, si scontra con il merito? Ministro lei non può essere colui che decide del futuro delle nuove generazioni e non si stupisca se i ragazzi scendono in piazza. Volete voi lo scontro, vi fa gioco per mettere sotto il tappeto ciò che non fate e avete promesso. 

Ministro Valditara noi donne libere, noi donne democratiche, noi donne che dobbiamo moltissimo alle lotte femministe, che avete sbeffeggiato, ci difenderemo e difenderemo le nostre figlie e i nostri figli. La libertà e la parità non sarà certo difesa da lei, Giulia Cecchettin vivrà nella nostra memoria per sempre come tutte le più di 90 donne che sino ad oggi sono state vittime di un femminicidio. 

Ministro, rispetto per chi come Giulia muore per possesso, per il patriarcato, per la violenza, per la gelosia …’perché, se non sei mia non puoi essere di nessun altro’. Ministro non dica che è stato frainteso, era scritto ciò che diceva, lo ha registrato, lo ha pensato e ci crede!

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“Che alcune donne acquisiscano potere, non prova che il patriarcato è morto. Dimostra soltanto che alcune di noi sono fortunate”. Roxane Gay

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