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di Elena La Verde
Una lampadina sarebbe in grado di rendere più difficile la vita del Covid-19. Sarebbe questa, stando ai titoli di più giornali, l’ultima innovazione scientifica nella lotta al virus: si chiama Biovitae ed è stata confezionata da due ricercatori salernitani insieme a due società italiane, con test nel Policlinico militare del Celio, a Roma. La lampadina emetterebbe una luce “bianca” naturale che sanificherebbe continuamente gli ambienti, uccidendo batteri e virus tramite onde elettromagnetiche. Nulla da ridire, anzi bene. È però scorretto titolare, come hanno fatto alcuni quotidiani, che esiste una lampadina capace di battere il virus. Occorre stare attenti a non diffondere notizie che potrebbero esser male interpretate dall’opinione pubblica e generare una cattiva informazione e alimentando così la “bolla” dei negazionisti. È sottile, infatti, il limite tra corretta informazione e bufala: a volte passa dall’uso dei tempi nei verbi. Ci vuol poco per valicare il sottile confine che le separa: se scrivo che un’invenzione potrebbe aiutare a combattere il virus; altra cosa diventa se scrivo che quella stessa invenzione sconfigge il virus. Un presente che diventa condizionale e il gioco è fatto.
La ricerca compie molti passi in avanti proprio nel momento nel quale grandi dubbi crescono in alcuni segmenti di opinione pubblica. Proprio per questo, c’è bisogno di particolare rigore nel fare informazione scientifica. C’è anche chi si perde nella disinformazione, cascando nel tranello delle fake news (o le false notizie per utilizzare una nomenclatura italiana), condividendo notizie tutt’altro che vere. Le bufale possono essere frutto di cattiva informazione o di manipolatori professionisti che si aggirano negli ambienti digitali. Una situazione che, nell’ultimo anno, è diventata ancora più difficile da affrontare: mentre nel mondo il contagio del Covid-19 è diventato fuori controllo e ogni paese ha vissuto – e vive tuttora – momenti di grave emergenza sanitaria, nel mondo virtuale le fake news si diffondono come il virus e continuano a circolare ovunque, soddisfacendo dapprima il desiderio di informazione delle persone, ma causando poi disordine e confusione.
Il Covid-19 è un virus ancora poco conosciuto, fa paura e genera incertezza: in questo modo, le persone avvertono l’esigenza di voler essere rassicurate e di essere informate sui fatti, volendo ricevere sempre più informazioni in merito e conoscerne di più. Per questo motivo, tra l’assumere specifici integratori e medicinali e l’utilizzare i classici rimedi della nonna per prevenire il contagio, tutto sembra diventare vero, anche se in taluni casi si finisce nell’assurdo. Ma il punto è proprio questo: ciò che preoccupa maggiormente è che con la loro circolazione si gioca con la vita delle persone e si mette a rischio la loro salute.
Non è un caso che il Ministero della Salute abbia incentivato in questi mesi una grande campagna di sensibilizzazione per contrastare il fenomeno di disinformazione intorno al Covid-19: in questa pagina del sito del Ministero, ad esempio, si trova un lungo elenco delle fake news più diffuse, che vengono, una alla volta, descritte e poi smentite con l’evidenza scientifica (clicca il seguente link per vedere l’elenco di fake news smentite http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/archivioFakeNewsNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano). Come sottolinea la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, abbiamo a che fare con una vera e propria “infodemia”, ovvero con una sovrabbondanza di informazioni che, essendo in alcuni casi accurate e vagliate, in altri meno, non rende semplice per le persone orientarsi e prendere coscienza dell’argomento, in quanto non vengono messe nelle condizioni di trovare fonti attendibili e veritiere.
Bel lavoro. Si sbaglia, però, chi crede che questo fenomeno sia stato battuto: le fake news sono onnipresenti e, alimentate dai dubbi e dalle indecisioni, proliferano come funghi, anche sul tema dei vaccini. Se da un lato ci sono i medici e gli infermieri, soprattutto i più giovani, che si scattano una foto dopo aver ricevuto la somministrazione del vaccino e la pubblicano sui loro profili social, dall’altro ci sono molte persone che sono scettiche sia sulla sua efficacia sia sui tempi brevi occorsi per brevettarlo. In più, dato che è stata scoperta una variante del virus, quella inglese, che risulta essere una mutazione più contagiosa, alcuni sostengono con fermezza che il vaccino sia del tutto inutile, nonché sia stato un grande spreco di risorse.
I pareri sono contrastanti ed il dibattito è sempre più aperto. Una cosa, però, è certa: l’informazione e la disinformazione sono due lati della stessa medaglia ed entrambe giocano un ruolo fondamentale nei processi di formazione dell’opinione di un individuo. Resta poi libera la scelta ad ognuno di quando, dove, come e perché guardare il mondo: si possono indossare e sperimentare diverse lenti, o si può rimanere chiusi ed isolati nella propria rassicurante bolla fatta di fake news. Anche se, prima o poi, anche questa scoppia.