L’eco di un’era d’oro musicale risuona ancora nelle profondità della memoria italiana. Un’epoca caratterizzata dal boom economico: il ritmo incalzante del progresso si intrecciava con la dolce melodia della cultura. È proprio questo periodo irripetibile che trova nuova vita nelle proiezioni del documentario “La Bussola il collezionista di stelle“, diretto da Andrea Soldani, che si fa spazio nell’illustre cornice della Festa di Roma.
Al centro di questa narrazione c’è Sergio Bernardini, un uomo dalla visione unica che ha trasformato un modesto locale nella Versilia degli anni ’60 in un crocevia culturale senza precedenti. La sua creazione, La Bussola, non era solo un luogo di spettacoli, ma una culla per l’innovazione e la ribellione culturale.
Nelle mura di questo locale, l’Italia ha assistito a una sprovincializzazione senza precedenti della musica, della cultura e dei costumi. Mina, Adriano Celentano, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Lucio Battisti, Renato Carosone, Luigi Tenco – nomi che risuonano ancora oggi nel cuore degli amanti della musica italiana – hanno calcato il palco, insieme a personaggi dello spettacolo del calibro di Vittorio Gassman, Gigi Proietti, Walter Chiari, Paolo Villaggio, Alighiero Noschese, Renzo Arbore e celebrità internazionali come Louis Armstrong, Marlene Dietrich, Duke Ellington, Shirley Bassey, Chet Baker e Liza Minnelli.
Il documentario, arricchito dalle testimonianze degli eredi, degli amici e dei collaboratori di Sergio Bernardini, si spinge attraverso interviste esclusive e materiali d’archivio, sostenuto dalla partecipazione del figlio Mario. Tra i protagonisti di questo viaggio attraverso la memoria, emergono nomi come Gino Paoli, Stefania Sandrelli, Ornella Vanoni, Carlo Conti e molti altri, che contribuiscono a dipingere un ritratto vivido di un’epoca in cui l’Italia sognava e puntava al futuro.
“La Bussola – Il collezionista di stelle“, prodotto da Matilde e Luca Bernabei e presentato da Lux Vide, Società del Gruppo Fremantle, e Rai Cinema, si configura così come un omaggio commosso a un periodo che potrebbe benissimo essere definito come uno dei capitoli più brillanti della storia culturale del nostro paese. Un viaggio affascinante nella memoria, che richiama un’epoca in cui le stelle della musica italiana brillavano più luminose che mai.