Influencer, che passione, ma anche che fatica! Fare l’influencer oggi non è più solo un passatempo del tempo libero, ma un lavoro a tutti gli effetti. E come tutte le professioni che si rispettino, deve essere necessariamente regolamentato. A muovere un primo passo in questo senso è stata la Francia. Il Parlamento francese nelle scorse settimane ha approvato all’unanimità una proposta di legge per regolare il lavoro degli influencer e dei “content creators” sulle piattaforme. Lo scopo principale è di avere un quadro normativo completo, che può disciplinare l’intero settore.
La proposta di legge nasce per un motivo preciso. Si vuole mettere fine al fenomeno degli influvoleurs, cioè gli influencer-truffatori. Sono persone che si presentano come influencer, ma che in verità sono degli imbroglioni, perché pubblicizzano al pubblico prodotti pericolosi e servizi ingannevoli. Ad esempio, lanciano raccolte fondi per cause umanitarie, ma poi di fatto i soldi delle donazioni fanno altri giri; oppure sponsorizzano cosmetici e prodotti di bellezza che possono nuocere seriamente alla salute, a partire dai classici integratori capaci di donare una forza sovraumana a chi li assume, passando per le magiche pillole dimagranti con cui rimettersi in forma in una settimana, fino alle creme miracolose che tolgono tutti i segni dell’età e restituiscono un’immediata giovinezza; o ancora, si professano grandissimi esperti di economia e finanza e promettono a chiunque di aiutarlo a costruire un business redditizio, passandogli anche i segreti del mestiere, a patto di fare qualche piccolo investimento iniziale. Insomma, tutta una serie di cose pubblicizzate per oro, ma che poi alla fine delle storie luccicano solo e non valgono nulla.
Come riporta Le Monde, il testo di legge parte proprio da una definizione della professione di influencer: «persone fisiche o morali, che dietro compensi o altri benefici, usano la loro notorietà per influenzare il loro pubblico e per comunicare online contenuti finalizzati alla promozione, diretta o indiretta, di beni, servizi o qualsiasi causa». Senza addentrarsi in ulteriori dettagli giuridici, a cui si rimanda ad una lettura da fonti più autorevoli, la legge prevede diverse misure per tutelare il consumatore e mettere ordine nella giungla degli influencers. È assolutamente vietata la promozione di interventi di chirurgia estetica, la pubblicità di dispositivi medici e di prodotti contenenti nicotina. Bandito anche il gioco d’azzardo. È un no anche l’utilizzo di filtri digitali e di immagini ritoccate per la promozione di prodotti cosmetici. In caso di violazione, le pene sono durissime: un massimo di due anni di reclusione, multe fino a trecentomila euro e il divieto – naturalmente – di esercitare la professione.
In sintesi, la proposta di legge francese è una conferma del Digital Services Act: vengono ribaditi a livello nazionale gli stessi obblighi sanciti nel nuovo regolamento europeo, creato per contrastare i contenuti illegali, la pubblicità ingannevole e la disinformazione sulle piattaforme digitali. È questa la tendenza: andare verso una definitiva regolamentazione di tutto ciò che appartiene all’universo complesso e dinamico della rete, partendo in primis da chi ci lavora giornalmente.