Fondata e promossa dal 2017 dal Comune di Milano, dal Politecnico e dalla Triennale Milano, la Milano Arch week presenta questa settimana due giornate di lecture e tavoli di discussione come anticipazione della quinta edizione che si terrà nella primavera 2023. Al centro della settimana dedicata all’architettura, alle trasformazioni urbane e al futuro della città quest’anno ci saranno le periferie urbane. Cosa si può imparare dalle aree marginali? Esiste un nuovo modo di concepire l’housing sociale? Quali sono i confini del centro? I quartieri sono isole o sono piuttosto strati tematici? Queste e altre ancora sono le domande che guideranno l’edizione 2022-2023 della Milano Arch Week, Waiting for Peripheries.
Il tema della quinta edizione della manifestazione è stato presentato ieri 26 settembre, da due grandi figure dell’architettura internazionale come Anne Lacaton, fondatrice di Lacaton & Vassal Architectes e vincitrice del Pritzker Prize 2021, e Anna Heringer, premiata con il Aga Khan Award for Architecture 2007 e l’Obel Award 2020. Queste due grandi personalità hanno tenuto la prima una lecture nel pomeriggio dello scorso lunedì nel Patio del Politecnico, mentre la seconda lecture è prevista per oggi e si terrà alla Triennale. Sono poi previsti tavoli di discussione, come anticipazione dell’evento che si terrà nella primavera 2023 la cui direzione artistica è riservata all’archistar Stefano Boeri, presidente della Triennale. L’anticipazione del 2022 e l’edizione del 2023 sono a cura di Nina Bassoli, curatrice per Architettura, rigenerazione urbana, città di Triennale e di Matteo Ruta, docente del Politecnico. “Le periferie – ha sottolineato Boeri – non sono solo luoghi distanti dal centro, ma spesso anche senza qualità, relazioni e complessità”.