Il premio Malaparte, storico riconoscimento letterario italiano, nasce su iniziativa di Graziella Lonardi Buontempo e Alberto Moravia e, svoltosi dal 1983 al 1998 per poi tornare dopo tredici anni di pausa nel 2012, viene ogni anno assegnato a Capri alle più importanti personalità internazionali. Infatti, uno degli obiettivi è proprio quello di restituire all’isola il suo ruolo di centro cultuale e intellettuale che aveva svolto nel passato e tenere vivo un dialogo letterario che coinvolga anche l’estero essendo da sempre un luogo di incontri di culture diverse.
La giuria, composta da Leonardo Colombati, Giordano Bruno Guerri, Giuseppe Merlino, Silvio Perrella, Marina Valensise ed Emanuele Trevi, ha scelto di premiare lo scrittore statunitense Daniel Mendelsohn.
Originario di Long Isalnd, nel New Jersey, Mendelsohn oltre che scrittore di fama internazionale è anche critico letterario e traduttore importante. Infatti, tra le sue curatele non si possono dimenticare le edizioni inglesi dei libri del poeta greco Konstantinos Kavafis.
Il suo esordio nella narrativa è arrivato relativamente tardi, solo nel 2006, anno in cui pubblica il romanzo The Lost, che subito però viene apprezzato da critica e pubblico. L’opera, che in Italia è stata pubblicata da Einaudi con il titolo Gli scomparsi, tratta di vicende personali dell’autore che decide di recarsi in Europa orientale alla ricerca di sei famigliari ebrei scomparsi durante la Seconda guerra mondiale.
Riguardo questo “libro semplicemente meraviglioso” – per riprendere le parole usate da Jonathan Sarfan Foer per descriverlo – lo stesso Mendelsohn aveva dichiarato in una recente intervista: “Guardare la gente che si arrampica ai treni è l’incubo ricorrente della storia europea ed è personalmente ancora più sconcertante vedere ripetersi una tragedia che conosciamo fin troppo bene in un posto per me così familiare”.
Come The Lost, anche l’altro capolavoro, An Odyssey: A Father, a Son and an Epic, è intriso di temi famigliari e autobiografici. In questo caso sono l’epica omerica e la figura di Ulisse ad intrecciarsi con la storia dell’autore americano.
Gabriella Buontempo, curatrice del riconoscimento e nipote della fondatrice Graziella Lonardi Buontempo, è consapevole che la scelta potrebbe apparire come un omaggio all’attualità; tuttavia, si è preoccupata di affermare di seguito che “In verità, nel momento in cui lo abbiamo deciso l’aggressione russa non era partita. Ma quando la letteratura è davvero ben indirizzata, quasi naturalmente i suoi temi si rivelano attuali. E questa coincidenza ci pare un’ulteriore conferma della validità dei criteri che sostengono il premio”.
Infine, il suo pensiero, insieme a quello di tutta la giuria del premio, va al presidente Raffaele La Capria, scomparso lo scorso giugno. Per lui il premio era un’occasione estremamente importante e, infatti, saranno organizzati due eventi per ricordarlo.