Il Manifesto festeggia 50 anni. Mattarella: "Una minoranza combattiva e di sinistra"

Da quel lontano 28 aprile 1971 il giornale ha fatto la storia. Norma Rangeri: "Tra i quotidiani nazionali siamo i più longevi dopo Stampa e CorSera". Ecco come celebra questo traguardo

Il Manifesto festeggia 50 anni. Mattarella: "Una minoranza combattiva e di sinistra"
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29 Aprile 2021 - 16.19


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Cinquant’anni sono passati da quando, il 28 aprile 1971, “Il Manifesto” uscì in edicola con la prima edizione. Per festeggiare questo traguardo così importante e rendere “protagonisti di questo mezzo secolo” lettrici e lettori, oltre all’edizione giornaliera, è stato fatto l’inserto speciale “La Manifesta è qui”, disponibile anche online arricchito da contenuti audio, video, numeri e prime pagine d’archivio, con decine di articoli e interventi, a partire dai saluti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Camera Roberto Fico, oltre che la possibilità dei lettori stessi di mandare i propri auguri al quotidiano tramite messaggio vocale. 

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Apre il numero l’editoriale del direttore della testata Norma Rangeri: “Allo scoccare del mezzo secolo, per quegli strani scherzi del tempo, succede che le infinite, piccole e grandi storie, che hanno attraversato gli anni, diventano Storia. Così, un consueto compleanno può assumere un carattere speciale, un rilievo anche simbolico, a metà strada tra magica alchimia e concreta determinazione. (…) E mi sono resa conto che se il tempo consumava noi, «lui» invece non invecchiava, perché in grado di rinnovarsi. Ora, che compie 50 anni, ha poche rughe, è in forma, forte, tenace. Combattivo come il primo giorno, quel 28 aprile del 1971 che è ormai la data di una storia giornalistica così lunga da rendere il manifesto, tra i quotidiani nazionali, il più longevo dopo La Stampa e il Corriere della Sera. Il suo intreccio di ideali vive nel cuore e nella mente di milioni di persone. Arrivare fin qui è stato un laico miracolo: l’esistenza del Manifesto è segnata da momenti duri, difficili, perfino traumatici”. Infatti, spesso il giornale si è trovato al punto di chiudere, invece è ancora oggi uno dei pochi, tra quelli fondati da una cooperativa, a rimanere in piedi e macinare un’alta tiratura.  

Scrive Mattarella: “Nato in un periodo contrassegnato da grandi passioni politiche e da approfonditi dibattiti ideologici, tra i partiti e al loro interno, il Manifesto ha sempre saputo rappresentare il punto di vista originale di una minoranza combattiva e ben caratterizzata a sinistra. Nonostante diverse traversie, legate al mutamento delle condizioni politiche e sociali e alla difficile situazione dell’editoria, il Manifesto, forte della sua storia, rappresenta uno stimolante punto di riferimento per chi voglia guardare alla interpretazione della realtà italiana e internazionale avendo a cuore la difesa dei lavoratori, la pace, la giustizia internazionale”. 
Fico, invece, ricorda che “come tanti altri cittadini, sin da giovane ho guardato con attenzione e interesse a quello che veniva riportato sulle pagine del manifesto: un quotidiano che ha sempre cercato di non adagiarsi, lavorando per essere spazio di pensiero critico e fucina di riflessione”.

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Tanti sono stati i messaggi dei lettori. “Buon compleanno, siete stati la mia guida nella giovinezza e lo siete tutt’ora nella vecchiaia”, “Auguri a un giornale che non fa sconti a nessuno e dice le cose come stanno. Ad altri cento di questi anni”, “Grazie per aver sempre proposto un pensiero alternativo e mantenere viva la speranza nel domani”, “Un grande amore per voi da 50 anni, grazie”, sono solo alcuni delle centinaia di messaggi di auguri arrivati alla redazione. 
Direttamente dall’Ordine dei Giornalisti arriva una nota che ricorda “Il Manifesto” come “voce delle lotte operaie e del movimento degli studenti, con una critica accesa al capitalismo internazionale, ha saputo aprirsi negli anni alle tematiche dell’ambientalismo, del femminismo e dei diritti civili”.
Fra le decine di interventi nello speciale “La Manifesta è qui” (aperto dal disegno di una torta di compleanno da cui esce un pugno chiuso), che ripercorre storia, battaglia e scelte del quotidiano, raccontati da amici, collaboratori di oggi e di ieri, lettori, osservatori e avversari, ci sono, fra gli altri, quelli di Don Luigi Ciotti, Luciana Castellina Alexis Tsipras, Elly Schlein, Paolo Mieli, Sergio Cofferati, Lucia Annunziata, Ezio Mauro, Mario Martone, Emma Dante, Gad Lerner, Alberto Asor Rosa. A firmare le illustrazioni, autori come Onze, Mauro Biani, Mara Cerri, Maurizio Ceccato, Dariush, Francesca Ghermandi. Il successo dell’inserto del 28 aprile è stato così grande, che verrà ristampato e inserito nel numero nel 30 aprile.

Per l’occasione, lo storico editoriale del 28 aprile ‘71 dell’allora direttore Luigi Pintor è stato ripubblicato in prima pagina, “Molti ci hanno domandato in queste settimane a volte con simpatia, altre volte con astio: ma perché fate un giornale quotidiano? Come pensate di riuscirci? E a che cosa potrà servire? Una nostra risposta a queste domande, ormai, sarebbe inutile e pedante. Una risposta seria potrà venire solo dalla vita stessa di queste quattro pagine, che da oggi non sono più un’idea ma una realtà esposta al giudizio di tutti”: queste le prime parole con cui è nato “Il Manifesto” che oggi conosciamo. 

In occasione di questo memorabile traguardo, noi della redazione di Culture Globalist mandiamo i più sentiti auguri a “Il Manifesto”, da sempre portavoce della democrazia italiana. 

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Clicca qui per vedere la pagina dedicata ai cinquant’anni del giornale

di Vitt. Magg. 

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