"Karibuni" di Giancarlo di Giacinto: straniero, ospite e viaggiatore in Africa

Il racconto di una grande storia d’amore per il continente che ha accompagnato l’autore per tutta la vita. Tra il ricordo di un viaggio straordinario e l'incontro con l'altro

"Karibuni" di Giancarlo di Giacinto: straniero, ospite e viaggiatore in Africa
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10 Aprile 2021 - 10.44


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“Karibuni” è il nuovo libro di Giancarlo di Giacinto. È il racconto di una grande storia d’amore per l’Africa, denso ed affollato da offrire anche a chi quell’Africa non l’ha mai conosciuta (Youcanprint, pp. 152, € 12). “Karibuni” che significa “benvenuti”, non è un semplice diario di viaggio, ma una sorta di ‘ponte’ tra la cultura africana, animista e colorata, e un modo di sentire europeo, decisamente romantico. 

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Quella di Giacinto è una testimonianza preziosa non solo perché comincia negli anni ’60 quando lui, appena sedicenne, resta un’intera estate nel Ghana dagli zii che si sono trasferiti lì per lavoro – lo zio Ugo, geometra, lavorava in un’impresa che costruiva strade – ma anche perché lo stile della sua narrazione è sempre coinvolgente e mai cinico o spietato, come a volte lo sono molti libri che raccontano l’Africa. Le sue descrizioni offrono il ricordo di un’accoglienza straordinaria, fatta di condivisione e semplicità. Nel pianeta Babele, è proprio grazie alla profonda conoscenza della cultura e della lingua (lo swahili) di più popoli che si può stabilire un solido “ponte”, un contatto più autentico con le persone che incontra: dal maestro Abdallah, conosciuto a Zanzibar, all’amica, governante e confidente Marta. Per non parlare di Madaraka, il figlio del presidente della Tanzania, Nyerere. 

Come riferisce l’Ansa, leggendo “Karibuni” si riesce a fare il giro del continente: si comincia dal Ghana, ma poi si va in Uganda, in Tanzania, in Kenya, in Somalia – dove Di Giacinto insegna italiano all’università di Mogadiscio – e poi in Eritrea, passando per isole magiche come Lamu, dalle bianche case in stile arabo con freschi cortili interni e stanze separate da tende e dagli stretti vicoli “vichochoro” in cui a stento si riesce a passare una persona per volta. Il libro è ricco di aneddoti e personaggi fuori dallo spazio e dal tempo, perché nell’Africa vissuta dall’autore, “è la magia a governare gli eventi”. 

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Resta la natura la vera protagonista di questo lungo racconto africano. Non solo gli animali presenti ovunque, dai leoni che si arrampicano sugli alberi agli elefanti grandi come montagne, ma soprattutto il mare. Quello che si riesce a guardare dalla finestra in una notte di luna piena a quello le cui onde travolgono e confondono. I testi sono accompagnati da foto color seppia, che trasmettono attraverso il ricordo, il vero senso di ogni peregrinazione. Un ricordo che Di Giacinto fa diventare con il suo libro “Karibuni” patrimonio comune. 

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