Una memoria che ricorda, quando racconta un naufragio in un passo letto a Radio3, la prosa di Hermann Melville. Il Premio Pieve Saverio Tutino, quello dei diari assegnato a Pieve Santo Stefano (Arezzo) è andato per l’edizione 2018 al diario scritto da Luca Pellegrini dal 1831 al 1850 su un veliero in navigazione nel Mediterraneo, nel Mare del Nord, nell’Atlantico dall’Africa al Sud America e arrivando fino all’Oriente.
Il premio per scritture autobiografiche inedite è organizzato dall’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano. Luca Pellegrini iniziò come mozzo e divenne capitano. Il suo diario è “Il mare insegna”. “Nato nel 1806 in una famiglia agiata – ha scritto la giuria – dopo l’improvvisa morte del padre notaio deve rivedere le sue prospettive di vita. Abbandonati gli studi, a 16 anni si imbarca come mozzo su un piccolo veliero. Dal golfo di Trieste arriva a Smirne e a Costantinopoli, naufraga, riparte per l’Africa e il Sud America. Segue in prima persona il progresso tecnico che porta dalle navi a vela a quelle a vapore, e in soli quattordici anni diventa capitano di una delle prime che solca il Mediterraneo. Da ognuno di questi viaggi riporta racconti eccezionali. Lo sguardo curioso di un uomo libero dai preconcetti del suo tempo è la cifra che contraddistingue questa narrazione rispetto a memorie analoghe dell’Ottocento”.
Per i giurati, riporta la nota stampa, sono “Mirabili in particolare le considerazioni e la condanna della schiavitù dei neri nelle grandi piantagioni brasiliane, come le riflessioni sulla religione. Senza dimenticare il piglio antropologico con cui si stupisce davanti agli usi e i costumi delle popolazioni che incontra, dal Marocco alla Grecia passando per il Brasile e il Medio Oriente. Non perde occasione, nelle città in cui sbarca, di notare le bellezze artistiche, ma neppure quelle femminili, regalandoci bellissime pagine romanzesche esaltate da un linguaggio vivace arricchito da parole dal forte gusto ottocentesco. Le avventure per mare che ci ha lasciato Luca Pellegrini sono pervase da uno spirito critico straordinario, unica chiave che, anche nel mondo contemporaneo, possa dirsi valida per indagare il proprio tempo vivendolo da protagonista”.