Lo avevano insultato pesantamente. Minacciato. Oggi Roberto Saviano è stato sentito come testimone nel processo che si sta celebrando a Roma a carico di 25 persone, tutte legate al movimento di estrema destra Stormfront e accusate, a vario titolo, di diffamazione, violazione della legge Mancino e diffusione di idee fondate sull’odio razziale. Tra il 2011 e il 2012 Stormfront prese di mira personalità istituzionali, cittadini di religione ebraica e immigrati, pubblicando su internet messaggi a sfondo razzista e diffamatorio. “L’ebreo Saviano vuole candidare un negro come sindaco di Castelvolturno”, l’attacco pubblicato dai militanti di Stormfront online.
Lo scrittore nel procedimento si è costituto parte civile assieme all’ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. “Gli animatori del gruppo Stormfront – ha scritto su Facebook l’autore di Gomorra dopo l’audizione davanti ai giudici della II sezione penale – sono cialtroni senza coraggio che si sono nascosti dietro nickname ridicoli e dietro foto di Goebbels. Un tempo ci facevano pena, oggi vista la china che ha preso la politica nazionale, dovrebbero farci anche paura. Conoscere questa feccia è fondamentale per evitare le sue semplificazioni, per evitare di assumere le stesse posizioni di chi crediamo sia agli antipodi da noi e da una società che ci piacerebbe poter definire civile”