Nel proliferare di festival culturali e spettacolari di ogni tipo e mescolanza, il “Festival della disperazione” merita di essere segnalato se non altro per il coraggio di scegliere un tema e un titolo che, sulla carta, non sono consolanti né vanno sul facile.
La kermesse letteraria si tiene ad Andria, in Puglia, dal 4 al 6 maggio (dal sito non si comprende subito, forse gli organizzatori vorranno rendere la strada tortuosa per chi non sa) e come dichiara sempre il sito web parte da un pensiero di Samuel Beckett:
“La speranza non è che un ciarlatano che non smette di imbrogliarci; e, per me, io ho cominciato a star bene solo quando l’ho persa. Metterei volentieri sulla porta del paradiso il verso che Dante ha messo su quella dell’inferno: Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Scrivono in più gli organizzatori: “La disperazione è il sentimento, la condizione più letteraria di tutte, e che tutti quelli che scrivono, dipingono, suonano, recitano o siano in una qualche relazione con l’arte in senso lato, abbiano molto a che fare con questo sentimento che diventa la spinta principale che li muove nel fare ciò che fanno”.
La rassegna è ideata, organizzata e gestita dal Circolo dei Lettori di Andria con la collaborazione artistica, quest’anno, di Paolo Di Paolo e Armando Buonaiuto. Partecipano tra gli altri Ermanno Cavazzoni, Loredana Lipperini su “La disperazione del falso, come cercare la verità in letteratura e nella vita senza trovarla”, Matteo Nucci (“La forza della disperazione. Da Achille a Filottete. Fino alla Grecia dei nostri giorni”), Davide Enia (sul naufragio a partire dagli sbarchi dei barconi di migranti), Umberto Galimberti (“Il ruolo dei giovani nell’età del nichilismo”), Erri De Luca Erri (“Speranza vs Disperazione”), Vanessa Roghi , Gianni Amelio, Stefano Benni.