“Per l’attuale potere russo il centenario della Rivoluzione russa è palesemente “mal accetto”. Il 7 novembre, giorno della rivolta bolscevica secondo il calendario gregoriano, ha smesso di essere una ricorrenza dal 2004. La parola stessa evita di essere pronunciata in merito agli eventi contemporanei: le si preferisce la parola majdan, con riferimento ai recenti fatti di Kiev (fine 2013 – inizio 2014). Il potere ha paura che il popolo, a un certo punto, inizi a creare, da solo, il proprio destino. Per il potere il futuro è un presente che si prolunga all’infinito”. Lo scrive il poeta russo Sergej Stratanovskij nella testimonianza che pubblica in versione integrale il numero 80 in apertura del dossier “Poesia e Rivoluzione” della rivista «Nuovi Argomenti» dedicato alla Rivoluzione d’Ottobre. Il testo di Stratanovskij è tradotto e curato da Alessandro Niero.