Un manoscritto rubato, una città in rovina, una relazione proibita, un vescovo, una badessa: sembrano gli ingredienti di un romanzo, è invece “La badessa di Castro. Storia di uno scandalo” di Lisa Roscioni (il Mulino, 2017), libro che l’autrice presenta martedì 12 dicembre alle 17 a Palazzo Barberini a Roma, alle Gallerie Nazionali di Arte Antica (via della Quattro Fontane 13), nella rassegna “Libri Barberini / Corsini”, curata da Silvia Pedone. Intervengono la direttrice del museo Flaminia Gennari Santori, la storica Gigliola Fragnito, la scrittrice e saggista Daria Galateria, il critico letterario e storico della letteratura Stefano Jossa.
“La badessa di un convento cistercense intreccia una relazione con il suo vescovo, e ne ha segretamente un figlio. Il fatto però viene scoperto e i due vengono processati. La storia di questo scandalo cinquecentesco, aggiustata a scopo edificante dalle cronache che l’hanno tramandata, piacque a Stendhal che ne trasse spunto per una delle sue narrazioni più famose”, avvertono le note sul libro. Che è “basato sugli atti originali del processo, ritrovati dopo secoli” e ricostruisce la vera storia del vescovo e della badessa, dello scandalo e “di un mito letterario analogo a quello di Beatrice Cenci il cui presunto ritratto è conservato ancora oggi presso la Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini”. I fatti risalgono al ‘500. Dal romanzo di Stendhal fu tratto un film nel 1974 di Armando Crispino con Barbara Bouchet e Pier Paolo Capponi.
Lisa Roscioni, storica e saggista, insegna Storia moderna nell’Università di Parma e ha pubblicato tra l’altro “Lo smemorato di Collegno. Storia italiana di un’identità contesa” (Einaudi, 2007) da cui è stata tratta una fiction in due puntate andata in onda su RaiUno nel 2009.
