di Ludovico Conti
“Se facessi oggi un cinepanettone come quelli di Aurelio De Laurentiis andrei subito carcerato.” E’ quello che afferma De Sica polemicamente, in una sua intervista a Francesco Gallo dell’Ansa per la presentazione del film uscito su Netflix il 19 dicembre. Si tratta infatti di una commedia e non di un cinepanettone. Una differenza non da poco che descrive il cambiamento dei tempi e degli umori del pubblico perché è mutato il significato dell’umorismo dimostrando quanto il pubblico si sia fatto sempre più lontano dal “politicamente scorretto”.
L’essenza del suo essere polemico nasce proprio dal desiderio di non voler apparire “politicamente scorretto” e, all’esordio della conferenza stampa ha voluto subito chiarire, ma soprattutto porre fine ad una diatriba, nata con il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio e il consorzio di tutela vini d’Abruzzo, che avevano fortemente criticato una sua espressione “na merda” seguita all’assaggio di un vino abruzzese, all’interno del trailer. Lo stesso De Sica ha voluto chiarire il suo pensiero, ricordando le sue numerose presenze in Abruzzo, spesso legate a motivi di lavoro ma, soprattutto, ha voluto ribadire quanto lui stesso apprezzi, per primo, la bontà dei vini abruzzesi.
La facile polemica suscitata dalla frase di De Sica deve però farci riflettere sulla società odierna, “ipersensibile”, pronta ad attaccare e a sentirsi offesa. Una semplice battuta di un film, come in questo caso, può diventare il pretesto per coinvolgere in una inutile e sterile polemica un’intera categoria sociale o un prodotto pur rappresentativo che sia.
Sempre nell’intervista, De Sica, non manca di far sapere di aver ricevuto ben oltre 1700 messaggi da persone che gli chiedevano di tornare a fare cinepanettoni “ma a settant’anni compiuti non puoi più fare “Un americano a Roma” anche se sei Alberto Sordi”- dice l’attore, sostenendo però che il cinepanettone, come formula di sicuro successo, potrebbe ancora funzionare.
Il film presentato è “Natale a tutti i costi” ed è un remake del film “Mes très chers enfants” diretto da Alexandra Leclère, commedia francese del 2021. La regia è di Giovanni Bognetti, è prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai per Colorado Film, in associazione con Sony Pictures International Productions, in collaborazione con RTI, e vede la partecipazione oltre che di Christian De Sica, di Angela Finocchiaro, Dharma Mangia Woods e Claudio Colica.
La commedia, dal sapore un po’ malinconico, è ambientata a Natale e restituisce lo spaccato di una famiglia che dopo tanti anni si ritrova a fare i conti con il cambiamento sofferto a causa della separazione dai figli, ormai adulti, che escono da casa per vivere altrove , lontano dai genitori che si ritrovano a dover superare e colmare i vuoti lasciati. I figli, Alessandra ed Emilio, immersi nella loro nuova vita, si fanno sempre più lontani e distanti, poche chiamate, pochi incontri. La goccia che farà traboccare il vaso sarà la decisione di non fare ritorno a casa per trascorrere il Natale in famiglia. Anna e Carlo, i genitori, a questo punto decidono di attrarli con una menzogna inventando di avere ricevuto in eredità una grossa somma di denaro. La bugia sembrerà funzionare; infatti i figli nella speranza di potersi assicurare una fetta dell’eredità faranno ritorno a casa e da qui in avanti avranno inizio una serie di situazioni tragicomiche che coinvolgeranno tutti i componenti della famiglia.