C’è poco e tanto a dire su questo Palio dell’Assunta, corso di martedì 17, dopo che un’improvvisa e funesta bufera aveva mandato a carte-quarantotto la Festa di ieri. Ci sono due dominatori: un fantino Super, Giovanni Atzeni, detto Tittìa, che infila un poker reale (è la quarta carriera consecutiva che vince). Aveva già vinto i Palii del 2019, prima della sospensione per il Covid, e quello più recente del 2 luglio scorso sempre per contrade diverse. L’altra è una dominatrice, una cavalla, l’unica tra i dieci castroni, che ha stracciato tutti gli altri per potenza ed eleganza, Violenta da Clodia. Gode il Leocorno, dopo un leggero digiuno durato quindici anni, con Pantaneto che è in festa e con il vino che scorre nella lunga via che dalle Logge del Papa conduce al Ponte Romana.
Lo avevo scritto: Tittìa aveva fatto, per questo palio, le sue scelte con il cuore. Aveva scelto la cavalla che ben conosceva. Aveva scelto la contrada, rifiutando la corte, e i soldi delle potenti rivali presenti in piazza. Ha scelto con il cuore e ragionato a mente fredda come chi sa che può diventare il re assoluto della piazza: con le 9 vittorie complessive nel palio di Siena, infatti, è sempre più vicino al record di Trecciolino, ultimo dominatore del Campo con 13 vittorie, e con la possibilità di raggiungere il record assoluto di vittorie che è detenuto da Aceto con 14 vittorie.
Il suo potere si è visto fin dalla mossa, molto rapida, e nei tre giri di piazza. Partito primo, è arrivato primo, con solo la Selva che, a debita distanza, precedeva un gruppo che fin dal primo giro si è andato sfaldando. Alla prima curva del Casato, superato indenne il Primo San Martino, c’è stato il patatrac. Leocorno passa con velocità e leggerezza mentre alle sue spalle seguono Selva e Montone. I fantini di Giraffa, Onda, Nicchio e Civetta prendono male la curva, allargando oltre misura, e vanno a sbattere furiosamente verso i palchi. Solita ammucchiata di cavalli e fantini, corpi all’aria e per terra: il fantino dell’Onda, in particolare che assaggia i terribili zoccoli di due cavalli. La corsa finisce in sostanza qui. Il resto è un girare leggero di Violenta da Clodia e un Tittìa che pregusta la vittoria fin dal secondo giro. Arriva a nerbo alzato, mentre nelle retrovie i fantini di Tartuca e Chiocciola trovano il sistema di regalarsi qualche nerbata. Così, tanti per far felici gli infelici contradaioli.
Ma parliamo di questo novello re di piazza. Giovanni Arzeni è nato in Germania nel 1986, da padre sardo (il cognome lo dice a chiare lettere) e madre tedesca. Il Dna non mente: una passione innata per il mondo dei cavalli e una riservatezza sarda e, infine, la tipica razionalità tedesca. Fin da piccolo si è abituato a montare a cavallo e quando arriva a Siena, prova presto l’ebbrezza della vittoria: vince il primo palio nel 2007 e poi vincere quelli del 2007, 2011, 2013 per l’Oca, il cappotto del 2013 per Oca e Onda, il 2015 per la Selva, il cappotto del 2019 con Giraffa e Selva e quello di quest’anno per Drago e Leocorno. Oltre a Siena, nella sua già lunga carriera, ha trovato il modo di vincere anche ad Asti, Legnano e Fucecchio.