Personale amministrativo, studenti e docenti chiedono più solidarietà verso la Palestina

Un momento di riflessione nato spontaneamente per discutere su cosa l’Ateno potrebbe fare in merito, tenutosi presso il cortile del Rettorato nel pomeriggio di oggi.

Personale amministrativo, studenti e docenti chiedono più solidarietà verso la Palestina
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Agostino Forgione Modifica articolo

18 Settembre 2025 - 20.52


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Il cortile del Palazzo del Rettorato dell’Università di Siena ha da poco finito di ospitare un’assemblea, nata in seno al personale amministrativo dell’Ateneo e che ha visto anche la partecipazione di studenti e docenti, circa la questione palestinese. L’iniziativa è nata a seguito della recente attestazione delle Nazioni Unite per cui quello che sta accadendo in Palestina è un genocidio a tutti gli effetti.  Da qui l’invito alla comunità studentesca tutta e al personale amministrativo a riflettere su quali politiche dovrebbe adottare l’Università in merito.  

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È emersa forte e a più voci l’urgenza di rescindere qualsivoglia accordo con le università israeliane nonché le attività di ricerca finanziate da aziende del settore militare. Una richiesta più volte espressa da associazioni studentesche come quella di Cravos nei mesi passati. Viene dunque chiesto all’Ateno senese di esprimersi una volta per tutte in modo netto e di intraprendere delle azioni concrete in merito.

Tra le altre proposte avanzate accolta unanimemente anche quella di proporre al senato accademico di destinare la prima giornata del semestre alle porte a una lezione per sensibilizzare gli studenti su quanto sta accadendo. Un momento di riflessione e confronto per coinvolgere e stimolare al dialogo, destando le coscienze.

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È stato poi rammentato di come agli studenti palestinesi venga impedito di partire per mezzo di borse di studio offerte in Italia. Il consolato israeliano a Gerusalemme, infatti, ha più volte negato a studenti palestinesi il visto necessario per recarsi in Italia. In merito è stato ricordato l’impegno che lo sportello d’ateneo Just Peace sta profondendo per offrire dieci borse di studio destinate a studenti che ora rischiano costantemente la loro vita. “Di fatti non si tratta di diritto allo studio ma di diritto alla vita”. Rimane tuttavia l’incognita su dove poterli ospitare, essendo i posti delle residenze saturi. Chiunque sul territorio è disposto a offrire alloggio o posto letto può contattare il sopracitato sportello al seguente indirizzo email katia.dirienzo@unisi.it .

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