di Azzurra Arlotto e Giuseppe Rizza
Giovedì 23 febbraio, alle ore 18:00, presso l’Aula Magna dell’Università di Pavia, si terrà il primo incontro del ciclo Parole al Centro, appuntamenti sulla scrittura organizzati dal Centro Manoscritti dell’Ateneo pavese e giunto ormai alla terza edizione. Ad aprire la rassegna ci sarà il premio Pulitzer Jhumpa Lahiri, che ha scelto di scrivere i suoi libri più recenti in lingua italiana.
L’idea è di continuare la tradizione inaugurata da Maria Corti, fondatrice di questo archivio che custodisce autografi dei più grandi nomi della letteratura del Novecento: da Montale a Ginzburg, da Gadda a Calvino, da Quasimodo a Pasolini. Una tradizione che ha sempre affiancato allo studio dei testi del passato un serrato confronto con la letteratura contemporanea. Una sorta di filologia del presente che, dialogando con gli scrittori e le scrittrici, mette al centro i nuovi usi della parola letteraria.
Jhumpa Lahiri è una scrittrice statunitense, professoressa di scrittura creativa all’Università di Princeton. Vincitrice del premio Pulitzer per la narrativa nel 2000, del premio PEN/Hemingway e del The New Yorker Debut of the Year con la sua prima raccolta di racconti L’interprete dei malanni. Dal suo primo romanzo, L’omonimo, è stato tratto il film Il destino del nome – The Namesake diretto da Mira Nair.
Tra gli ospiti degli anni scorsi anche Paolo Giordano, Helena Janeczek, Valerio Magrelli, Dacia Maraini, Nicola Lagioia, Alessandro Piperno, Sandro Veronesi. Quest’anno, dopo l’apertura della rassegna dell’autrice americana, sarà la volta poi di Laura Pugno, Francesco Pecoraro e dei premi Strega Mario Desiati e Edoardo Albinati.
Racconteranno del loro rapporto con la scrittura e con il processo creativo, portandoci a scoprire quel mondo di parole che precede la pubblicazione di un’opera: le parole degli appunti, magari scritte ancora a mano su foglietti di fortuna o quelle di cui resta memoria solo nei vecchi file. Parole scartate, anche se ormai di carta se ne usa sempre meno e parole trovate via via nel lungo percorso che accompagna la nascita di una nuova storia. Dall’inchiostro ai bit. Parole amate e odiate, scelte per rappresentare il carattere di un personaggio o per rendere un determinato tipo di emozione.
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