Nottetempo sono entrati, come talpe, nel cuore del Rettorato dell’Università che poi è nel cuore di Siena. Superati i solidi e storici portoni, sono entrati nell’Ufficio dell’URP e hanno distrutto tutto. Un’azione condotta con l’abituale ferocia fascista; quella stessa che ha mostrato nell’assalto alla CGIL nazionale.
Hanno sporcato, con scritte fasciste e sessiste, l’ufficio di una donna da sempre impegnata nelle battaglie sindacali e sociali, rappresentante della CGIL. Fa effetto vedere con quale stupida ferocia abbiano lasciato, dalla scrivania ai muri, i loro sporchi e incivili segni scritti: “Viva Dux”, “Lesbica attenta”, “Fuori la GCIL, fuori i froci”. Il linguaggio è quello vomitevole dei sessisti; il marchio è quello tipico dei fascisti. Una mala pianta con la quale già in passato Siena ha dovuto fare i conti.
La città è scossa, l’Università è attonita, la condanna è unanime. Domani mattina, alle 10, le lavoratrici e i lavoratori dell’università, gli studenti e i docenti, i cittadini senesi, rispondendo al grido d’allarme lanciato dalla CGIL: si troveranno a presidiare, compatti, il Rettorato.
In una nota impegnata e dalle forti spore emotive il sindacato colpito ricorda che questo è avvenuto proprio “dopo l’esito di una consultazione elettorale partecipatissima che ha rinnovato e accresciuto la stima verso la FLC CGIL tra il personale del nostro Ateneo e quindi all’interno della Rappresentanza Sindacale Unitaria”.
L’accaduto, non c’è alcun dubbio, è legato agli esiti delle recenti elezioni sindacali e al ruolo avuto dalla coraggiosa donna. “Oggi ci ritroviamo dentro uno scenario di incredibile violenza: un’intimidazione fascista e sessista nei confronti di una lavoratrice che ci riporta indietro agli anni più bui della storia d’Italia, quando la libera espressione e la democrazia erano vietate” scrive ancora la GCIL.
Per il sindacato ” Quello che è accaduto al Rettorato, in un ufficio pubblico, non solo è una vile minaccia alla libera espressione democratica delle lavoratrici e dei lavoratori e un grave attacco alla CGIL e all’impegno di chi la rappresenta nella RSU d’Ateneo, ma è soprattutto un atto d’inaudita violenza verso una compagna impegnata in prima persona nel sindacato e nell’associazionismo in nome dei più alti valori sociali e contro le discriminazioni di genere e di razza”. La conclusione è perentoria:” fuori i fascisti dall’Ateneo senese e dalla nostra città!”.
La solidarietà è stata estesa. Le più altre cariche istituzionali dell’ateneo (Rettore e Direttore amministrativo) hanno espresso” indignazione e condanna per il grave atto vandalico intimidatorio perpetrato nei confronti della collega. A lei e alla sigla sindacale CGIL, anch’essa coinvolta nelle minacce, esprimiamo anche la nostra vicinanza e solidarietà”. L’università, riproposti i valori della democrazia, dell’inclusione e del dialogo, ha provveduto – è detto nella nota- a sporgere con rapidità una denuncia alle autorità competenti che” in queste ore stanno conducendo i necessari accertamenti, anche attraverso la visione dei filmati delle telecamere di sicurezza”.
Tutte le altre sigle sindacali e le rappresentanze unitarie hanno, con immediatezza, fatto pervenire alla CGIL e all’interessata il loro sostegno, ponendo l’accento sullo sdegno per la notturna tempesta fascista. Andrea Valenti e Massimo Roncucci, segretari del PD provinciale e cittadino, hanno dichiarato in una nota alla stampa che “Il Partito Democratico della città e della provincia di Siena si schiera a fianco della lavoratrice colpita vigliaccamente in prima persona, della CGIL e della comunità accademica per difendere i valori della democrazia.
Ancora una volta occorre che cittadine e cittadini democratici, studentesse e studenti, personale docente, tecnico e amministrativo formino insieme una grande muraglia per sbarrare la strada al veleno che qualcuno cerca di seminare anche in un luogo nel quale mai potrebbe attecchire, l’università”. Il Pd ricorda infine che proprio nell’ateneo senese hanno insegnato Rosselli, Calamandrei e Bracci e che nessuno se ne può dimenticare. “I responsabili di questa infamante azione neofascista – hanno detto i due dirigenti – siano individuati tempestivamente”.