Duetti articolati: dalle innovazioni giovanilistiche ai mostri sacri come Toquino

Attese deluse e altre confermate.

Duetti articolati: dalle innovazioni giovanilistiche ai mostri sacri come Toquino
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14 Febbraio 2025 - 23.12


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Abbiamo chiesto ad una nostra giovane collaboratrice di esprimere un suo personale giudizio sui duetti di questa serata. E’ del tutto evidente il taglio personalissimo dei questi giudizi.

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di Caterina Abate

Ci siamo, è la serata dei duetti, la settimana santa di Sanremo è ormai più che a metà. La speranza era che almeno oggi qualche gioia gli ospiti degli artisti ci dessero qualche soddisfazione in questo Sanremo della normalità restaurata. Volevo dire noia restaurata. 

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Sempre di corsa sul secondo. 

Rose Villain con Chiello, Fiori rosa, fiori di pesco di Lucio Battisti. Rose un po’ svogliata si presenta con Chiello (Rocco Modello), artista emergente con un pezzo che è un caposaldo della musica leggera italiana. Potevano distruggere questo pezzo? Si. L’hanno fatto? No. Giudizio normale. 

Modà con Francesco Renga, Angelo di Francesco Renga: perché non è Sanremo se non c’è Renga, in gara o ospite cambia poco, oggi addirittura a duettare su un suo stesso pezzo, con cui ha vinto Sanremo nel 2005. Ormai il pezzo è vintage, loro vorrebbero essere modernariato. Sono un tavolo di formica di Brico. Un po’ traballante Checco, Renga solido sostegno. Reciproca utilità.  

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Clara con Il Volo “The sound of silence” di Simon & Garfunkel. La canzone più sussurrata della storia della musica, sicuramente tra le più delicate, nelle mani (e fuori dalle ugole) dei tre tenori. Si temeva il peggio. Cominciano bene. Proseguono in qualche modo. Brava l’orchestra. Punti al fantasanremo per chi l’ha scelta per la standingovation del pubblico.

Tony Effe e Noemi, Tutto il resto è noia, di Franco Califano.  Una delle novità di questa serata cover è la possibilità che dei concorrenti possano duettare insieme. Canzone di Califano, romano. Noemi (romana) che canta tanto e bene, Tony (romano) che ha dovuto prendere lezioni di canto per l’occasione. Hanno portato a casa la performance facendo in qualche modo gioco di squadra. Effetto un po’ zia che ti aiuta con la versione di latino.

Francesca Michielin e Rkomi, La nuova stella di Broadway, di Cesare Cremonini. Michielin Rkomi coppia simpatica, pezzo bello. Francesca al piano, Mirko (Rkomi) no. Comunque buona amalgama. Un saluto a Cesare Cremonini, che a differenza di Simon e Gurfunkel può tirare un sospiro di sollievo. Infine brava Francesca che offre i fiori a Rkomi, perché lei è così e ce ne vogliono di più come lei.

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Lucio Corsi con Topo Gigio, Nel blu dipinto di blu Domenico Modugno. Forse il duetto più atteso. Topo Gigio non molto tempo fa aveva fatto coppia con Lundini, e memorie di ciò il timore grande era che questo momento si potesse trasformare in una strana gag da tv dei ragazzi. E invece no, atmosfera sognante, Lucio polistrumentista, Gigio che suona il piano e poi vola, perché “anche i topi possono volare”, ci piacciono. (Bonus serio: Domenico Modugno fu la prima voce di Topo Gigio, è quasi un ritorno a casa). Speriamo presto in un duetto con Mahmood.

Serena Brancale con Alessandra Amoroso, If I ain’t got you di Alicia Keys. Quota pugliese, con due voci che spaccano in un pezzo super soul che le valorizza. Ci piacciono molto. 

Irama con Arisa, Say something di A Great Big World e Christina Aguilera. Irama che vuole proseguire con l’immagine di martire per amore porta questo pezzo struggente che ci fa struggere con lui e con Arisa . Effetto un po’ duetto da talent. Tutti che si fanno i complimenti, un po’ saggio di fine anno di canto.

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Gaia con Toquinho, La voglia e la pazzia di Ornella Vanoni. Quota bossa nova, Gaia per metà brasiliana gioca facile portando Toquinho che è uno degli autori della melodia della canzone di Ornella Vanoni dai ritmi ovviamente carioca. Lui mitologico, Ornella nume tutelare.

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