Fabrizio De André: la voce libera che continua a risuonare tra bellezza e ribellione

Domani riccorre l' anniversario della scomparsa di De Andrè, uno degli artisti più amati della musica italiana.

Fabrizio De André: la voce libera che continua a risuonare tra bellezza e ribellione
In foto Fabrizio De André
Preroll AMP

redazione Modifica articolo

10 Gennaio 2025 - 11.28


ATF AMP

di Gabriele Bisconti

Top Right AMP

Ci sono voci che non smettono mai di risuonare, nemmeno quando il silenzio le avvolge. Fabrizio De André non è solo un ricordo o una melodia che affiora all’improvviso: è una carezza malinconica che ritorna ogni volta che la vita ci mette davanti al dolore, alla bellezza o all’ingiustizia.

Tutte le carte della sua vita e della sua produzione è possibile guardarle, per fortuna, presso l’ archivio del Centro Studi Fabrizio De André del dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali di Siena.

Dynamic 1 AMP

Era l’11 gennaio del 1999 quando si spense Fabrizio De Andrè, una persona unica e autentica prima che un formidabile cantautore.

Uomo di mare che presto si innamorò anche delle verdi campagne. Malinconico, angosciato dalla vita, pacifista e amante degli eccessi. De Andrè aveva un legame indissolubile sia con la sua Genova, città che non lo ha mai dimenticato, che con la Sardegna, regione che gli entrò subito nel cuore e nella quale si stabilì nella seconda metà degli anni ’70 insieme alla futura moglie Dori Ghezzi, in previsione della nascita della figlia Luisa Vittoria.

Faber, come lo soprannominò il suo grande amico Paolo Villaggio, prediligeva un’ironia sottile, spesso nascosta tra le pieghe delle sue canzoni, invitando gli ascoltatori ad una riflessione profonda attraverso la poesia dei suoi versi.

Dynamic 1 AMP

De Andrè ha sempre avuto il timore di essere protagonista, uno che con il suo talento poteva oscurare tutti gli altri,  tant’è che le sue esibizioni dal vivo di fronte alla “sua” gente si possono contare sulle dita delle mani.

Dalla morte dell’amico Tenco (al quale ha dedicato la canzone “Preghiera in gennaio”) al rapimento subito per mano dell’Anonima sequestri sarda (che lo tenne con il fiato sospeso per ben 116 giorni), durante la sua vita De Andrè ha dovuto affrontare molteplici situazioni difficili, dalle quali ne è sempre uscito vincitore, dimostrando una forza mentale con pochi eguali.

Nonostante sia stato bersagliato per tutta la vita dai palazzi del potere, con il culmine che fu raggiunto con l’uscita dell’album “Storia di un impiegato” (pubblicato nel 1973), nel quale criticò duramente i comportamenti del governo nei confronti degli studenti ribelli del ‘68,  De Andrè andava dritto per la sua strada, rimanendo sempre se stesso, con l’intento di smascherare le ipocrisie delle istituzioni corrotte e stimolare la riflessione critica, sempre a fianco dei più deboli a combattere i soprusi e le ingiustizie.

Dynamic 1 AMP

Da “Bocca di Rosa” a “La guerra di Piero”, passando per la “Canzone del Maggio” e “La Città Vecchia”, nel corso della sua carriera, Fabrizio De Andrè, ha raccontato vicende di ogni genere con parole mai banali, talvolta anche molto dure, riuscendo sempre a far arrivare direttamente al cuore delle persone i suoi sentimenti, le sue emozioni e anche la passione per il suo lavoro.

Era un uomo libero che si è fidato del suo istinto lasciandosi guidare dal suo cuore in ogni occasione, non si è mai  arreso davanti a  niente e a nessuno e lo ha fatto fino all’ultimo respiro.

Son già passate 26 primavere da quel freddo giorno di quasi metà gennaio, ma nei cuori di milioni di persone vivrà per sempre il ricordo di Faber, il poeta della musica e falegname di parole che se n’è andato troppo presto e di cui avevamo ancora bisogno.

Dynamic 1 AMP
FloorAD AMP
Exit mobile version