Numerio Agrestino, dopo una brillante carriera militare, si ritirò a Pompei, celebre per la sua bellezza paesaggistica e le vedute sul golfo di Napoli. L’iscrizione sulla sua tomba scoperta durante i lavori di risanamento dell’edificio di San Paolino, oggi nuova sede della biblioteca del Parco Archeologico di Pompei, ha rivelato dettagli importanti sulla rete di potere sotto l’imperatore Augusto.
L’iscrizione è stata interpretata da Maria Chiara Scappaticcio dell’Università Federico II di Napoli e Alberto Dalla Rosa dell’Université Bordeaux Montaigne. La tomba, a forma di semicerchio, appartiene alla tipologia delle tombe “a schola”, ben nota a Pompei e che consiste in una panchina emiciclica in tufo decorata alle stremità con zampe di leone.
L’iscrizione, sullo schienale della panchina, ha svelato che Numerio Agrestino, figlio di Numerio, fu tribuno militare, prefetto degli Autrygoni e del genio militare, e Duumvir (detentore della magistratura più alta) a Pompei per due volte, con sepoltura decretata dal consiglio cittadino.
Sorprendentemente, Agrestino è noto anche per un’altra iscrizione nella necropoli di Porta Nocera, dove sua moglie, Veia Barchilla, eresse un monumento per loro stessi. La carica di “praefectus Autrygonum”, finora non attestata, getta nuova luce sull’organizzazione del potere romano durante le guerre cantabriche.