Una Liza Minnelli stilizzata su fondo fucsia simboleggia la forza creativa della grande mostra dedicata a “Andy Warhol and Pop Friends”, inaugurata sabato scorso a Modica, città barocca patrimonio dell’Umanità, e visitabile fino al 13 ottobre.
Promossa dalla Fondazione Teatro Garibaldi e curata dal critico d’arte e accademico Graziano Menolascina, l’esposizione, allestita nei saloni dell’ex convento del Carmine, raccoglie, attraverso un percorso ben definito, le opere più importanti e alcune meno conosciute del famoso artista di origini slovacche e di alcuni suoi amici e colleghi che hanno fatto la storia della Pop Art, corrente che si sviluppò nell’ambiente artistico newyorkese durante gli anni Sessanta, abbracciando cultura di massa, pubblicità, fumetti e immagini popolari del cinema e della vita americana, per arrivare a influenzare l’arte contemporanea nei decenni successivi fino a oggi.
Lo sguardo visionario e provocatorio di Warhol colse l’essenza dei tempi attraverso la riproduzione in serie di volti noti, tra cui il suo, animali e fiori, o prodotti commerciali, come la Coca Cola e la zuppa Campbell, rendendo l’arte stessa un prodotto di massa, destinato ad essere consumato, ma anche accessibile e comprensibile al grande pubblico, popolare, pop, appunto.
La mostra si dipana su vari filoni sviluppati da Warhol, con opere uniche e serigrafie, tra cui la serie completa delle 10 Marylin Monroe e i suoi “Self-Portrait”. Tra le opere esposte si può ammirare anche “Vesuvius”, il celebre grande acrilico su tela del 1985 ispirato dalla sua permanenza a Napoli, una vera esplosione di colori. Sono esposti inoltre alcuni disegni degli anni Cinquanta, a tracciare le origini del suo mito, e le sue famose polaroid, da cui hanno avuto origine i ritratti in serie di personaggi icona degli anni Sessanta.
La lettura della mostra è completata da un gran numero di opere di tutti gli artisti amici che accompagnarono Warhol in quegli anni, come Robert Rauschenberg, precursore della pop art con una serie di lavori realizzati durante i suoi viaggi in Cina, Giappone e India; Roy Lichtestein con le sue opere-fumetto; Jean-Michel Basquiat, intimo amico di Warhol, con una sezione proveniente dall’Annina Nosei Gallery di New York; Keith Haring, tra i maggiori esponenti della street art, portatore con le sue opere di temi sociali e politici; e infine, Francesco Clemente e David Bowes, uno degli autori ancora in vita tra quelli in mostra, che ha condiviso con il pubblico la sua esperienza e il suo legame con Warhol e gli altri artisti esposti durante l’evento di inaugurazione della mostra.