Indimenticabile Nino Manfredi, 20 anni fa se ne andava uno dei più grandi del cinema italiano

Un grande attore, versatile e poliedrico. Una carriera con oltre cento film di successo, tanto teatro e televisione. Primo a hit parade con 'Tanto pe’ cantà'. <br&gt

Indimenticabile Nino Manfredi, 20 anni fa se ne andava uno dei più grandi del cinema italiano
Nino Mandredi
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4 Giugno 2024 - 09.42 Globalist.it


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Un grande attore. Quello di Pane e Cioccolata (dove si rideva e si piangeva) sugli italiani emigrati in Svizzera, il Geppetto del Pinocchio televisivo, Per grazia ricevuta, Nel nome del Papa re, Operazione San Gennaro, Brutti sporchi e cattivi, Caffè expresss. E si potrebbe continuare a lungo.

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Nino Manfredi, uno dei “quattro moschettieri” della commedia all’italiana, i cosiddetti “colonelli della risata”, Sordi, Gassman, Tognazzi e lui appunto, attore versatile e preparato che nell’ironia misurata e pungente aveva le armi migliori. E’ stato la maschera nel cinema della gente comune alle prese con i problemi della vita, un grande artista capace di trasformarsi in mille personaggi e passare con successo da un genere all’altro.

Nella sua lunga carriera infatti, Nino, Saturnino all’anagrafe del comune di Castro dei Volsci dove era nato nel 1921, ha fatto di tutto, l’attore drammatico, soprattutto agli inizi quando nonostante la laurea in Giurisprudenza presa per fare contenti i genitori, metteva a frutto il diploma conseguito all’Accademia d’Arte Drammatica, ma anche il brillante sui palcoscenici del varietà insieme alla Wandissima.

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Ha fatto il doppiatore (da Robert Mitchum a Gerard Philipe, da Renato Salvatori a Mastroianni), il conduttore televisivo (Canzonissima con Delia Scala e Palo Panelli), il regista (Per grazia ricevuta, Palma d’oro a Cannes), l’attore televisivo (“Linda e il brigadiere”), il cantante e il protagonista di musical, il testimonial pubblicitario (Più lo mandi giù, più ti tira su). Ha fatto Rugantino, Geppetto, Gerolimoni. Ha fatto di tutto insomma e bene. E’ stato un vero e proprio gigante dello spettacolo, più interprete nella meticolosità e studio con cui entrava nelle parti, che personaggio.

Tra le oltre cento pellicole interpretate spiccano “L’impiegato” di Gianni Puccini (1960) il primo film di rilievo nella sua carriera, “Anni ruggenti” (1962) di Zampa, “Il padre di famiglia” di Nanni Loy (1966), “Operazione San Gennaro” di Risi (1966), “Riusciranno i nostri eroi…” di Ettore Scola (1968), “Straziami ma di baci saziami” di Dino Risi (1968), “Vedo nudo” sempre di Risi (1969), “Lo chiameremo Andrea” di De Sica (1972), “Pane e cioccolata” di Brusati (1973), il superlativo “C’eravamo tanto amati” di Scola (1974), “Brutti e sporchi e cattivi” sempre di Scola (1976), “Il giocattolo” di Montaldo (1979), “Caffè Express” di Nanny Loy (1980) “Nudo di donna” (1981), avviato in co-regia con Lattuada e terminato in proprio e la trilogia di Luigi Magni,”Nell’anno del Signore”, “In nome del papa re” e “In nome del popolo sovrano”, in cui Manfredi, ciociaro doc, è stato romano autentico come Pasquino, il Cardinal Colombo e Ciceruacchio.

Titoli che ci rimandano ad un attore completo, che nella sua carriera è passato senza soluzione di continuità dalla commedia al dramma, dalla poesia alla barzelletta, dalla favola alla tragedia, dai contenuti alti a quelli più popolari. Un attore di cui si sente veramente la mancanza.

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E anche noi di Globalist vogliamo ricordare Nino Manfredi oggi, con una delle sue canzoni più famose “Tanto pe’ cantà”, un successo clamoroso che arrivò persino ai vertici di Hit Parade (caso rarissimo per un disco inciso da un attore).

Il brano era stato scritto e lanciato negli anni Trenta dal grandissimo Ettore Petrolini e Nino lo ripropose come ospite d’onore a Sanremo (1970) in una veste più attuale con l’arrangiamento di Maurizio De Angelis, facendolo diventare con la sua ironia sorniona una sorta di “atto unico”.

E’ una canzone allegra, romana, dal ritornello di facile presa, diventata grazie a Manfredi popolarissima e uno standard per tanti altri artisti successivamente. Una canzone che riproponiamo e riascoltiamo volentieri per dirgli grazie, tanto pe’ cantà e tanto pe’ ricordà il grande Nino col sorriso, quello che col suo mestiere e la sua arte ci ha sempre regalato.

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