Istituito nel 2014, il titolo di Capitale italiana della cultura viene annualmente conferito ad una città italiana su proposta del Ministero della Cultura. Il prestigioso riconoscimento ha come scopo di «sostenere, incoraggiare e valorizzare l’autonoma capacità progettuale e attuativa delle città, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico». La città vincitrice, infatti, riceve un bonus statale di un milione di euro per realizzare i progetti culturali proposti. Per l’anno corrente sono state scelte le città di Bergamo e Brescia. Il 2024 invece vedrà come protagonista la città di Pesaro.
Nella giornata di oggi un’importante novità arriva direttamente dal sito del MiC: la giuria ha individuato i dieci progetti finalisti nella corsa per il titolo del 2025. Ecco l’elenco completo: Agrigento (con Il sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali), Aosta (con Aostæ Città Plurale), Assisi (Perugia, con Assisi. Creature e creatori), Asti (con Dove si coltiva la cultura), Bagnoregio (Viterbo, con Essere Ponti), Monte Sant’Angelo (Foggia, con Monte Sant’Angelo 2025: un Monte in cammino), Orvieto (Terni, con Meta meraviglia la cultura che sconfina), Pescina (L’Aquila, con La cultura non spopola), Roccasecca (Frosinone, con Vocazioni. La cultura e la ricerca della felicità) e Spoleto (Perugia, con La cultura genera energia). Come da regolamento, le singole proposte verranno discusse e illustrate pubblicamente a Roma, nella sede centrale del MiC, il 20 e 21 marzo 2023.
Non resta altro che attendere i nuovi sviluppi ma, intanto, il Ministro della Cultura Franceschini si è detto «orgoglioso che quell’intuizione della Capitale della Cultura, in questi anni, sia cresciuta di edizione in edizione dimostrando quanto la progettazione, la programmazione, la condivisione con le realtà locali sia fondamentale per lo sviluppo dei territori. È significativo notare, nelle ultime edizioni, la partecipazione di città anche di piccole dimensioni, a dimostrazione che questo riconoscimento sia diventato una grande opportunità che, come dimostrano i dati, assicura ritorni in termini di visibilità, di pubblico e, quindi, anche di turismo e occasioni di sviluppo».