Urbino centro culturale come la Parigi dell’Ottocento e come New York degli anni ’60, con la grande differenza che grande merito di questa fioritura artistica e culturale è da attribuirsi al Duca Federico.
La Galleria Nazionale delle Marche gli dedicherà una mostra (fino al 9 ottobre) a Palazzo Ducale in occasione dei 600 anni dalla nascita; un totale ritorno indietro nel tempo non solo per la città e la corte ma anche per l’arte italiana. I curatori Alessandro Angelini, Gabriele Fattorini e Giovanni Russo hanno selezionato ottanta opere (circa un terzo provenienti da USA ed Europa) di vario genere come il Duca, assieme al fedele architetto senese Francesco di Giorgio, cambiò radicalmente la città. Il valore aggiunto della mostra è una ricostruzione di sei abiti storici posizionati presso la prima sala dell’Appartamento degli Ospiti. È tra le corti italiane del XV secolo che inizia a svilupparsi il concetto di eleganza dove la cura estetica diventa fondamentale.
‘Il Duca Federico – spiega Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche – seppe trasformare Urbino in una capitale del Rinascimento: alla sua corte si incontrarono artisti e letterati di estrazione e provenienza diversa le cui reciproche influenze generano un clima culturale che si ripercuoterà nei decenni a venire. Fu l’humus dal quale fiorì la genialità di Raffaello e sul quale, Baldasar Castiglione, plasmò il Cortegiano’’. Il racconto è basato su sette macro-aree e inizia nel Quattrocento quando Francesco di Giorgio riceve la carica di ‘architettore del Duca. Come già accennato la città marchigiana diviene un crocevia fondamentale per le arti. La seconda area documenta la presenza a corte di Di Giorgio dal 1477. Di lui viene descritta anche una raccolta di bronzi come la Deposizione nella chiesa del Carmine di Venezia.
La “Pittura di corte all’ombra di Piero della Francesca” mostra alcune tra le opere più significative realizzate dal maestro nei suoi anni di attività urbinate: la Madonna di Senigallia, con gli sfondi architettonici misurati e razionali che sembrano ispirarsi agli interni del palazzo di Urbino. E Luca Signorelli con la tavola del Ritratto di Guidubaldo bambino di cinque anni, conservata nella Collezione Thyssen di Madrid. Spazio particolare, infine, a come la pittura di quegli anni a Urbino produsse sperimentazioni straordinarie sulla prospettiva con il contributo anche di maestri fiamminghi come Giusto di Gand o il castigliano Pedro Berruguete.