Chiara Francini veste i panni di Franca Rame in "Coppia aperta, quasi spalancata"

Dopo 40 anni, "Coppia aperta, quasi spalancata", l'opera di Franca Rame e Dario Fo, torna di nuovo in scena. "E’ la grandezza di certi testi di rimanere sempre attuali", ha dichiarato l'attrice. L'appuntamento è l'8 marzo, alla Sala Umberto di Roma

Chiara Francini veste i panni di Franca Rame in "Coppia aperta, quasi spalancata"
Chiara Francini
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7 Marzo 2022 - 08.00


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Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché, se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti, ci sono le correnti d’aria!”.

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Era il dicembre 1983, quando Franca Rame, diretta da Dario Fo, portò in scena “Coppia aperta, quasi spalancata”, uno dei loro testi più pungenti e applauditi di sempre. Dopo quarant’anni, dopo esser stato rappresentato in oltre 700 edizioni in tutto il mondo (in Germania ha avuto un così grande successo da essere rappresentato in trenta teatri contemporaneamente ndr.), lo spettacolo torna di nuovo a teatro con Chiara Francini e Alessandro Federico, per la regia di Alessandro Tedeschi. Dopo diversi sold out, arriva alla Sala Umberto di Roma, in occasione della Festa della Donna, e sarà in programmazione dall’8 al 13 marzo, per poi proseguire in tournée fra la Toscana, il Piemonte e le Marche fino a metà aprile.

Chiara Francini, attrice e scrittrice poliedrica, capace di passare dalla conduzione tv al cinema, indosserà quegli stessi panni che furono di Franca Rame, interpretando il ruolo di Antonia, la tragicomica eroina di tutte le moglie tradite, che racconta con ironia la loro sopravvivenza fra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile; solo quando nel cuore di quest’ultima si insinua un nuovo uomo, bello, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza di sua moglie, del suo essere donna, e del suo disperato bisogno di essere amata e considerata.

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Coppia aperta, quasi spalancata” è una commedia tipicamente all’italiana, che racconta la vita coniugale, cosa vuol dire essere una coppia e quali sono i drammi e le difficoltà di mantenere unito un matrimonio, che è invece giunto agli sgoccioli. Il tutto, le differenze fra la psicologia maschile e femminile, raccontato in modo perfetto, con toni divertenti, ironici e drammatici al tempo stesso.

E’ la grandezza di certi testi di rimanere sempre attuali” – racconta Chiara Francini ai microfoni dell’ANSA – Un po’ come Romeo e Giulietta che parlerà sempre a tutti, perché tutti conosciamo i dolori di un amore sfortunato. Così “Coppia aperta” racconta il sempiterno martirio dell’amore quando è coppia. Ma soprattutto l’evoluzione di Antonia, all’inizio convinta che la sua unica possibilità nella vita sia tenersi quest’uomo a ogni costo e che invece piano piano impara ad avere contezza di sé. Quando si accorge che aprendo quella porta, c’è tutto un mondo, come un’Araba Fenice risorge e il marito si accorge finalmente di lei. Credo sia un difetto delle donne questa vocazione alla sofferenza, quasi si partorisse l’amore. Questo ci fa dimenticare di noi stesse, smarriamo i nostri desideri e ci convinciamo sia normale che quello che ci fa felici ci procuri anche dolore. Antonia si libera da questa convinzione atavica e da triste e piagnucolosa la ritroviamo in gonna di tulle e tacchi a spillo. Il testo è ancora così attuale che la gente corre a vederci, anche perché dopo gli ultimi due anni, si ha bisogno di tornare a ridere e pensare insieme, di “toccare” la carne degli attori”.

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