Un ritratto medievale presso le pareti del Camposanto di Pisa di Buonamico Buffalmacco (1262-1340 circa) può essere quello di Dante Alighieri. Questa è l’ipotesi avanzata in un articolo stampa sugli annali della Scuola da Giulia Ammannati, professoressa di Paleografia presso la Scuola Normale di Pisa.
Nella parte riguardante il Giudizio Universale, gli arcangeli spingono verso gli inferi una moltitudine di persone, e tra queste figura un uomo vestito di rosso che somiglia molto al Dante dipinto da Giotto presso il Bargello (datato prima del 1337). “Perché Buffalmacco avrebbe fatto precipitare all’Inferno proprio Dante? – si legge in un testo della Normale – Giulia Ammannati nel suo studio non si basa solo su somiglianze fisionomiche, ma riconduce questa ipotesi al contesto storico-politico dell’epoca, e all’aspro contrasto che opponeva Papato e Impero”.
Secondo lo studio l’arcivescovo della città pisana Simone Saltarelli, stretto collaboratore del pontefice Giovanni XXII, si dovette rifugiare ad Avignone durante gli anni 1327-1329 (periodo in cui Pisa fu occupata da Ludovico il Bavaro che mise l’antipapa Niccolò V). Molti argomenti adottati dai filoimperiali erano tratti proprio dal De Monarchia di Dante, opera poi condannata al rogo dal Papa della città francese. È per questo motivo che la figura dello scrittore fiorentino, teorico dell’Italia unita, può essere stata stigmatizzata nell’opera del Buffalmacco da cui presero ispirazione il vescovo e i domenicani pisani. “Il personaggio barbuto accanto a lui – prosegue lo studio – potrebbe allora essere Virgilio, messo al bando forse anche per la sua fama medievale di mago, accusa che peraltro colpì lo stesso Dante negli ultimi anni della sua vita. Ma cosa sapevano i pisani dell’aspetto di Dante quando Buffalmacco dipingeva in Camposanto? Saltarelli e Buffalmacco erano fiorentini e potevano aver visto il ritratto di Dante al Bargello”