Il settimo centenario della morte di Dante Alighieri si arricchisce di un nuovo tributo al Sommo Poeta. Infatti, da oggi è possibile visitare alle Scuderie del Quirinale la mostra “Inferno”, che racconta – attraverso opere provenienti dai più importanti musei del mondo – la fortuna iconografica che la prima cantica della Commedia dantesca ha avuto in 700 anni di esistenza.
Gli ideatori e curatori della mostra Jean Clair e Laura Bossi sono riusciti ad evocare le atmosfere dell’Inferno dantesco attraverso 232 opere di grandi artisti come la monumentale “Porta dell’Inferno” di Rodin, “Il Giudizio finale” di Beato Angelico e “La voragine infernale” di Botticelli. Tesori di inestimabile valore che sono stati prestati alla mostra romana da ben 87 musei e collezioni private. Tra questi, vale la pena ricordare la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Galleria degli Uffizi, il Musée d’Orsay, la Royal Academy di Londra e la Bibliothèque Nationale de France.
Il percorso iconografico prende le mosse dall’opera di Dante per descrivere poi l’inferno moderno. Dai gironi danteschi si passa alla devastazione della guerra, ai paesaggi inquinati e tossici creati dalle fabbriche fino all’alienazione dei carcerati e delle malattie mentali. Il percorso culmina con il racconto dell’Olocausto: l’inferno dei Lager e lo sterminio nazista sono rappresentati nei dipinti di Boris Taslitzky e Zoran Music e nelle parole di Primo Levi, di cui la mostra offre allo spettatore una preziosissima edizione di “Se questo è un uomo” con annotazioni autografe.
Ma non è la fine. Così come l’Inferno di Dante termina col “riveder le stelle”, anche l’orrore delle guerre e dello sterminio si stempera nel cielo stellato. Dipinti, fotografie e riprese di galassie e costellazioni (alcune delle quali realizzate dal telescopio Ultra Deep Field della Nasa) accompagnano il visitatore nell’ultima parte della mostra.
“Inferno” chiuderà i propri battenti il 9 gennaio 2022 e avrà un sostanzioso programma collaterale denominato “Infernauti”, ricco di appuntamenti in collaborazione con i più prestigiosi istituti nazionali. Si comincia il 19 ottobre con la lectio magistralis del filosofo coreano Byung-chul Han incentrata sul suo ultimo libro, “La società della stanchezza”.