La Domus Aurea di Roma riapre le sue porte domani, 23 giugno, con un rinnovato e coinvolgente percorso di visita che comprende una mostra interattiva e multimediale dal titolo Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche, che sarà fruibile fino al 7 gennaio 2022.
La mostra, orientata al coinvolgimento sensoriale dello spettatore, è curata da Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo insieme a Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio e avrebbe dovuto essere inaugurata il 6 aprile 2020 per celebrare i 500 anni dalla morte del pittore. È promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa e prende il via, nel momento in cui la pandemia rallenta la sua presa, per far concretizzare al pubblico l’opportunità di visitare uno dei monumenti simbolo delle antiche vestigia di Roma. Ci sarà così anche l’occasione di soffermarsi su quello che sarà l’ingresso della mostra, realizzato dall’architetto Stefano Boeri e ricavato in una delle gallerie sotterranee originarie delle Terme di Traiano.
“Questa mostra in vista del prossimo G20 della cultura qui al Colosseo dimostra che l’Italia investe sul futuro. Abbiamo arricchito un luogo straordinario e unico che lascia tutti a bocca aperta anche grazie a un intervento contemporaneo di qualità che svolge una funzione e al tempo stesso si concilia con tutela e conservazione. Ora dobbiamo rendere stupendo anche il fuori, sul degrado e sulla sicurezza del Colle Oppio di cui come Parco del Colosseo possiamo farci carico” dice il ministro della Cultura Dario Franceschini partecipando all’inaugurazione.
“da Repubblica”: riapre la Domus Aurea
L’allestimento e l’interaction design sono stati progettati da Dotdotdot per meravigliare il visitatore che arriva nella Sala Ottagonale, capolavoro dell’architettura romana, attraverso fasci di proiezioni di immagini astrologiche con chiaro riferimento al globo dell’Atlante Farnese. Attraverso una colonna sonora con tool digitali evocativi di suoni e strumenti del passato si arriverà a godere delle “grottesche” note grazie alla scoperta che fecero per primi Pinturicchio, Filippino Lippi e Signorelli. Una serie di decorazioni antiche che Raffaello, nel ‘500, studiò approfonditamente riproponendole in ambienti progettati in chiave antiquaria.
Fra sensazioni e interazioni ci sono anche alcune particolarità da osservare come la ricostruzione con marmi policromi della Stufetta del Cardinal Bibbiena all’interno del Palazzo Apostolico e non visibile al pubblico nei Musei Vaticani, creato nel 1516 su disegno di Raffaello. C’è anche il calco antico del Laocoonte, il gruppo scultoreo rinvenuto nel 1506 in uno spazio sotterraneo del palazzo di Nerone o, ancora, la semisfera animata da figure mostruose per farci capire l’influenza delle “grottesche” su artisti surrealisti come Joan Miró , Yves Tanguy, Victor Brauner, Salvador Dalì e Max Ernst.
“Dopo oltre un anno di chiusura riapriamo la Domus Aurea. Grazie a fondi specifici del Ministero stiamo superando alcune criticità, come le infiltrazioni di acqua” – ha detto Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, all’Ansa – “nel percorso si possono vedere elementi scultorei ed architettonici valorizzati dalla nuova illuminazione realizzata da Erco che ripropone gli espedienti usati dagli architetti neroniani per captare la luce anche nei punti più bui”.
a cura di M.Cec