Tra le esposizioni più riuscite e sorprendenti alla Biennale di Venezia nel nuovo millennio va annoverato il Padiglione Italia, gestito dal Ministero dei beni culturali e non dall’ente veneziano, firmato dalla curatrice Beatrice Alemani nel 2017: scelse appena tre artisti, Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey, e disegnò una mostra anche inquietante e generatrice di idee dal titolo “Un mondo magico”. Milanese del 1977, vive a New York, sarà lei a dirigere la mostra d’arte della Biennale del 2021. Lo ha deciso il consiglio d’amministrazione dell’ente veneziano presieduto da Paolo Baratta, ormai al termine del proprio mandato, il quale quindi ha impresso il proprio segno sull’appuntamento a venire. Altre donne nel nuovo millennio hanno guidato la principale Biennale al mondo. Cecilia Alemani è però la prima italiana a ricoprire l’incarico.
Curiosamente c’è anche una linea “familiare” nella nomina perché è moglie di Massimiliano Giorni, a sua volta direttore del settore arti visive nel 2013 con una mostra a sua volta sorprendente e nel suo caso alquanto dirompente e, volendo, sconcertante. Tuttavia è opportuno dirlo in modo esplicito: la scelta è culturale. Cecilia Alemani vale per il suo operato e a New York la apprezzano come direttrice e capo curatrice di High Line Art, “il programma di arte pubblica presentato dalla High Line, il parco urbano sopraelevato costruito su una ferrovia abbandonata”, rammenta la nota stampa della Biennale.
Laureata in filosofia a Milano, curatrice indipendente che ha lavorato con la Tate Modern di Londra, il MoMA PS1 di New York, istituzioni no profit come Artists Space e Art in General e fondazioni private come la Deste Foundation. Personalità aperta a sperimentare, nel comunicato della Biennale dichiara: “Come prima donna italiana a rivestire questa posizione, capisco e apprezzo la responsabilità e anche l’opportunità offertami e mi riprometto di dare voce ad artiste e artisti per realizzare progetti unici che riflettano le loro visioni e la nostra società.”
L’ente ha definito “non più procrastinabile l’attribuzione dell’incarico per l’immediato avvio della progettazione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte 2021 (negli anni precedenti l’incarico veniva dato poco dopo la chiusura della precedente edizione)”. Tra altre decisioni il cda ha confermato per il 2020 Ivan Fedele direttore del Settore Musica e ha approvato un nuovo programma della sezione “Venezia Classici” del Settore Cinema.