Chissà se ormai riusciamo a guardare le opere di Leonardo spogliandoci del mito e dei miti che si ammassano sulla sua figura. Pop star mediatica suo malgrado, per i 500 anni dalla morte in Francia l’artista scienziato viene omaggiato di qui e di là in mezza Italia.
Vi proponiamo alcuni appuntamenti leonardiani: una guida parziale e incompleta. Lasciando fuori la retorica del “genio universale”: lo era, d’accordo, chi lo mette in dubbio?, tuttavia spesso si esagera nei toni in nome del merchandising o della retorica stessa.
La Madonna Benois dall’Ermitage a Fabriano e poi a Perugia
Ha avuto discussioni se Leonardo fosse l’autore, poi risulta accertato che dipinse lui la “Madonna Benois”. La acquistò l’Ermitage di San Pietroburgo nel 1914 ed era già in Russia. Il dipinto ha avviato un mini-tour italiano. Fino al 30 giugno è nella deliziosa Fabriano, nelle Marche, nella bella Pinacoteca Molajoli. Il quadro è arrivato in un borgo di dimensioni piccole perché lo ha portato la Villaggio Globale International con Maria Francesca Merloni, “Goodwill Ambassador for Creative Cities”, fabrianese, dell’omonima famiglia fabrianese di imprenditori. Dal 10 al 15 giugno il paese ospita la “XIII Unesco Creative Cities Network Annual Conference di Fabriano”, sulle città creative tra le quali è inclusa appunto Fabriano. La mostra è a cura di Carlo Bertelli e e Tatiana Kustodieva, capo ricercatore del Dipartimento dell’arte europea occidentale al museo russo. All’appuntamento hanno contribuito il Comune e , per la tappa marchigiana e la successiva in Umbria, il Ministero per i beni e attività culturali.
Il quadro fu probabilmente eseguito tra il 1478 e il 1480, da un Leonardo ancora giovane. Entrò all’Ermitage nel 1914 e torna in Italia dopo 35 anni. Dal 4 luglio al 4 agosto la Madonna Benois si trasferirà alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia grazie anche alla Regione Umbria dove si confronta con le opere di Perugino del museo stesso. Più che apprezzabile che il quadro sia in due città fuori dal solito circuito più affollato e turistico.
Parma “scapiliata”
La Galleria Nazionale di Parma nel Complesso Monumentale della Pilotta con la Fondazione Cariparma ha fino al 12 agosto la mostra “La fortuna della Scapiliata di Leonardo da Vinci”. Quattro opere leonardiane intorno alla tavoletta chiamata così per la capigliatura scarmigliata della ragazza, della Pillotta stessa, affiancate da pezzi di Gherardo Starnina, Bernardino Luini, Hans Holbein, Tintoretto, Giovanni Lanfranco e altri. A cura di Pietro Marani e Simone Verde.
Sfogliare il Codice Atlantico a Milano
La Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano nella Sala 23 dal 20 giugno propone la mostra “Leonardo in Francia. Disegni di epoca francese dal Codice Atlantico”, curata dallo specialista Marani nell’istituto diretto da monsignor Alberto Rocca. La rassegna comprende un’applicazione che permetterà di sfogliare il Codice dell’Ambrosiana stessa. Fino al 15 settembre 2019, “una selezione di 23 fogli dal Codice Atlantico databili al soggiorno francese di Leonardo, presso la corte di Francesco I”.
Dante e matematica nella biblioteca del vinciano
Il Museo Galileo di Firenze offre la mostra “Leonardo e i suoi libri. La biblioteca del Genio Universale” da questo 6 giugno fino al 22 settembre. L’istituzione di storia della scienza diretta da Paolo Galluzzi vuole smontare la vulgata che Leonardo era “omo sanza lettere” e ricordare che oltre alla natura e al corpo umano leggeva e studiava: “I libri, per lui, erano affascinanti ‘macchine’ mentali, da costruire e smontare, con i loro ingranaggi (parole, pensieri, immagini). Alla fine della sua vita, arriverà a possedere quasi duecento volumi: un numero straordinario per un ingegnere-artista del ‘400”, ricorda la nota stampa.
Della sua biblioteca, ricorda il Museo Galileo, “un solo libro è stato finora identificato, il trattato di architettura e ingegneria di Francesco di Giorgio Martini conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, con postille autografe di Leonardo”. La mostra tenta di ricostruire quella biblioteca perduta con volumi di Ovidio, Dante, fino ai testi del ‘400 dall’architetto teorico Leon Battista Alberti al matematico Luca Pacioli. A cura di Carlo Vecce.