Gli egizi in carcere per insegnare un mestiere ai detenuti e una app per conoscere le pietre antiche. Il Museo Egizio di Torino diretto da Christian Greco è molto attivo sul fronte sociale e fino al 21 gennaio espone le repliche degli oggetti della collezione realizzate dagli studenti-detenuti della Casa Circondariale “Lorusso – Cutugno” in mostra al museo nella mostra “Liberi di imparare. L’antico Egitto nel carcere di Torino” (a ingresso gratuito da Via Maria Vittoria 3).
L’esposizione comprende repliche di papiri, cofanetti, vasi e altri oggetti del corredo della tomba dell’architetto Kha e di sua moglie Merit, riprodotti fedelmente dai detenuti, che frequentano i percorsi scolastici interni al carcere. La mostra – spiega il museo – “è una tappa del progetto Liberi di imparare nato dalla collaborazione del Museo Egizio con la Direzione del carcere e l’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Torino”. Nella prigione operano da anni con sezioni scolastiche l’’Istituto tecnico Plana e il Primo Liceo Artistico di Torino.
Una App per le pietre
Un progetto diverso è quello che vede il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino e l’Egizio lanciare una app per conoscere le pietre dell’antico Egitto, realizzata con il sostegno di Fondazione Crt: “Alabastro, arenaria, granito, porfido, serpentinite, lapislazzuli sono solo alcuni dei 22 tipi di pietre presentati nella app “Stone. Pietre Egizie” realizzata da geologi, egittologi, archeologi e informatici”, informa una nota stampa. Una cinquantina i reperti selezionati “per importanza storica, ma soprattutto per tipologia del materiale lapideo col quale sono stati scolpiti e lavorati.” Alle pietre “si aggiunge il prezioso “Papiro delle miniere”, la più antica carta geologica mai realizzata, che vanta oltre 3000 anni di storia, risalente al Regno di Ramesse IV”.
La App “Stone. Pietre Egizie” si può scaricare gratuitamente su Apple Store e Google Play.
Arte sociale: i detenuti ricreano papiri e cofanetti dell'Egizio
All'istituto torinese una mostra con repliche di oggetti create dai carcerati. Il museo ha creato anche una app per le pietre antiche
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23 Dicembre 2018 - 17.08
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